Il Papa in Emilia: “Mai farsi intrappolare dalle macerie della vita”

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“C’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza”. Con queste parole colme di orgoglio e speranza, Papa Francesco accoglie gli oltre 60 mila fedeli presenti in piazza Martiri, davanti la cattedrale di Carpi. Più di tremila posti delle prime file sono riservati alle persone con disabilità, tantissimi bambini, scout, associazioni cattoliche che sventolano bandiere e striscioni: “Grazie Francesco”.

Anche una donna di 103 anni  tra la folla: “Ho vissuto proprio a Carpi per diciotto anni, prima di andare a Roma. Di papi ne ho visti diversi dal vivo, ma non credevo di riuscire a vedere anche Francesco. L’emozione è tantissima – spiega l’anziana -, ieri per l’agitazione non ho mangiato”. Il pontefice, infatti, si trova in Emilia in visita pastorale, per visitare quei luoghi duramente colpisti da numerosi terremoti nel 2012. Il messaggio del pontefice è di encomio verso una popolazione che ha saputo rimboccarsi le maniche e lottare. “Siamo invitati a decidere da che parte sta – dice Bergoglio nell’omelia della messa -.”

Carpi è uno dei luoghi più colpiti dal terremoto del 2012. Una cittadina già visitata da Benedetto XVI all’indomani dal sisma. La cattedrale davanti alla quale il papa celebra la messa , è stata ricostruita a tempo di record e inaugurata domenica scorsa dai cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, e Angelo Bagnasco, presidente della Cei e dei vescovi europei.

Alla messa in prima fila ci sono anche le istituzioni: il ministro Graziano Delrio e il commissario per la ricostruzione Vasco Errani. Nel pomeriggio, il viaggio di Papa Francesco prosegue a Mirandola, altro borgo emiliano segnato fortemente  dalle ferite del sisma.  Il vescovo di Carpi, Francesco Cavina, ha descritto l’arrivo di Francesco come “un segno di speranza offerto alle popolazioni dell’Italia centrale, per dire a questi nostri fratelli che soffrono ciò che noi abbiamo sofferto: la ricostruzione è possibile, è possibile che dalle macerie rinasca la vita”.

 

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