Papa dice stop alle sigarette, vietato venderle in Vaticano: fanno male

Papa dice stop alle sigarette, vietato venderle in Vaticano: fanno male

Il Papa ha deciso: dal 2018 sarà vietato vendere sigarette all’interno di Città del Vaticano. La motivazione è tra le più semplici: “La sigarette fanno male”.

“La Santa Sede non può cooperare con un esercizio che danneggia chiaramente la salute delle persone”, ha affermato ieri lapidario il portavoce della Santa Sede, Greg Burke, citando i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui ogni anno il fumo è la causa di più di 7 milioni di morti in tutto il mondo. E il Papa della Laudato si’, del rispetto dell’ambiente e della persona umana non poteva permettere che a questo danno contribuisse anche la sua Chiesa. Nonostante il business fosse una grossa fonte di reddito per il Governatorato. “Nessun profitto può essere legittimo se mette a rischio la vita delle persone”, ha sottolineato Burke.

I fumatori fanno rifornimento

 

Nel magazzino, dove vengono vendute sigarette e alcolici è partita la corsa ai rifornimenti, ma è rimasto poco. Il tetto massimo concesso ad ogni acquirente in possesso della tessera nominale (anche sulla concessione delle tessere c’era stata una stretta del Papa argentino lo scorso anno) è di cinque stecche a persona al mese. A comprarle sono sia sacerdoti che laici. Il risparmio è quasi del 20% vista l’assenza di imposte dei Monopoli di Stato.

Il plauso degli oncologi

Per gli esperti si tratta di un gesto simbolicamente molto importante, di difficile attuazione in uno stato laico come ad esempio l’Italia, ma che potrebbe stimolare il nostro governo adeguarsi ai Paesi del Nord Europa, che hanno stabilito un costo della sigaretta molto più elevato del nostro, in alcuni casi addirittura il doppio. A spiegarlo è Ugo Pastorino, direttore della chirurgia toracica dell’Istituto nazionale tumori di Milano, responsabile del programma di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori polmonari.

“Sappiamo da anni che la leva economica è la principale possibilità di ridurre il consumo di tabacco, particolarmente nei gruppi più a rischio, più sensibili all’aspetto economico come poveri e giovani – evidenzia Pastorino – fa bene il Santo Padre con questa decisione, è un esempio simbolico pratico e concreto”.

 

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