Papa: “Vergogna per guerre e migranti”. Le Pen contro Bergoglio

Papa: “Vergogna per guerre e migranti”. Le Pen contro Bergoglio

“Vergogna per tutte le immagini di devastazione, di distruzione e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita. Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle, oppure per la loro appartenenza etnica e sociale, e per la loro fede in te”. Con queste parole il Papa ha concluso ieri la solenne Via Crucis al Colosseo.

Le celebrazioni della Via Crucis

Una celebrazione nel segno, come il Pontificato di Francesco, dei poveri, dei diseredati, dei disperati inghiottiti dai conflitti. “Vergogna per tutte le volte che noi vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione”.

Ventimila i fedeli che, tra imponenti misure di sicurezza, hanno assistito al tradizionale rito del Venerdì Santo. Infatti, il Colosseo è stato un sorvegliato speciale per ore con oltre 3mila gli agenti schierati. In particolare, sono state allestite due aree di sicurezza, la zona è stata interdetta al traffico e la fermata della metro chiusa alle 13. Il piano di sicurezza ha previsto attorno all’Anfiteatro Flavio due aree concentriche chiuse ad ogni tipo di mezzo, con varchi d’accesso e controlli attraverso metal detector.

A portare la croce durante il rito, all’inizio del quale il Papa ha salutato e brevemente dialogato col sindaco Virginia Raggi, sono stati nelle 14 stazioni il cardinale vicario Agostino Vallini, una famiglia romana, un disabile in carrozzina con i suoi assistenti Unitalsi, due studentesse (una polacca e una italiana), due altri laici da Rimini. Poi esponenti di Paesi che il Papa visiterà nelle prossime settimane o mesi: tre suore dall’India; due suore e due laici dall’Africa (Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo); una famiglia dall’Egitto, due laici dal Portogallo; una famiglia dalla Colombia. Quindi due coniugi francesi, due laici dalla Cina e due frati francescani, uno argentino e uno israeliano, della Custodia di Terra Santa.

Nel pomeriggio, Francesco aveva celebrato a San Pietro il rito della Passione, e l’omelia affidata al predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. “Il racconto della Passione di Cristo – aveva spiegato il frate cappuccino – è in sostanza il resoconto di una morte violenta, e notizie di morti violente non mancano quasi mai dai notiziari serali. Quella dei civili e bambini siriani uccisi dalle armi chimiche, quella dei 38 cristiani copti uccisi in Egitto nella domenica delle Palme”. Notizie drammatiche, “che si susseguono con tale rapidità da farci dimenticare ogni sera quelle del giorno prima. C’è speranza perché sopra questa società liquida sta la croce di Cristo”.

L’attacco di Marine Le Pen

Duro attacco di Marine Le Pen contro il Papa e la Chiesa. La candidata del Front National alle presidenziali francesi  dice di essere “estremamente cattolica” ma al tempo stesso “arrabbiata” con la Chiesa, in particolare, per le parole del Papa sull’accoglienza dei migranti.

Lasciamo a Dio quel che è di Dio, e a Cesare quello che è di Cesare – ha affermato la Le Pen- la Conferenza episcopale si impiccia a volte di quello che non la riguarda, dando istruzioni politiche. Io non mi immischio di quello che il Papa dice ai fedeli, non penso che le religioni debbano dire ai francesi quello che devono votare”.

Se Papa Francesco accetterà l’invito, Le Pen afferma che gli dirà che la carità può essere solo un gesto individuale e non appartiene agli Stati. Che il Papa “faccia appello alla carità, all’accoglienza dell’altro, dello straniero, è una cosa che non mi sciocca. Ma la carità non può che essere individuale – dichiara – che esiga dagli Stati che si pongano contro gli interessi dei popoli non mettendoli nelle condizioni di accogliere una migrazione importante equivale per me a della politica e anche a dell’ingerenza perché è anche lui un capo di Stato”.

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