Parlamentari in Libano: bassa affluenza alle urne, meno del 50%

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Parlamentari in Libano. Bassa affluenza si è registrata in Libano per le elezioni parlamentari, che vede, secondo le proiezioni dell’agenzia di stampa Dpa, un testa a testa tra i partiti tradizionali, compreso il movimento sciita Hezbollah , alleato dell’Iran.

Parlamentari in Libano: affluenza del 49,2% preoccupa il presidente Aoun

La bassa affluenza alle urne preoccupa il Presidente della Repubblica Aoun, che  attraverso un appello invita la popolazione a recarsi alle urne e esercitare il proprio diritto di voto “per non perdere questa opportunità”.

Questo dato sconfortante rappresenta un segnale di sfiducia che i cittadini hanno nei confronti dei  partiti e soprattutto sulla loro effettiva capacità di influire sulle questioni e problematiche quotidiane che il paese deve affrontare. Infatti queste elezioni oltre a riguardare il governo libanese, avranno un peso anche per altre questioni importanti per il paese come i profughi siriani e la minaccia all’orizzonte di una nuova guerra tra Israele e Hezbollah.

L’affluenza registrata è del 49,2% , particolarmente bassa nella capitale Beirut nel nord del paese, mentre nelle zone meridionali i numeri sono più rassicuranti, visto anche il gran consenso che Hezbollah riscontra in quella parte del paese. Nello specifico gli elettori sono chiamati a votare 128 parlamentari , e i 128 seggi dell’Assembra sono divisi equamente tra cristiani e musulmani. Le donne candidate sono 86.

Parlamentari in Libano: si testa la nuova legge elettorale

Queste votazioni andranno anche a testare la nuova legge elettorale entrata in vigore a giugno dello scorso anno, legge che prevede una ripartizione dei seggi in modo proporzionale. Secondo il ministro dell’interno Mashnouk questa nuova legge avrebbe rallentato le votazioni. Sono state presentate infatti più di 7 mila denunce di irregolarità, e verificati momenti di tensione in alcuni seggi di Zahle, a est del Libano, tra militanti di partiti cristiani rivali e la polizia. Ma lo scontro più importante è avvenuto nel seggio di Lassa, presso il quale una rissa ha costretto gli scrutatori a interrompere le votazioni per circa un’ora. Alcune polemiche sono nate inoltre in seguito a delle ipotesi di estensione del voto oltre l’orario di chiusura, fatto smentito dal Palazzo Presidenziale al quotidiano Daily Star , che ha dichiarato che la nuova legge elettorale non lo permette.

Sempre il ministro Mashnouk ha invitato la popolazione a non festeggiare i risultati elettorali con le armi da fuoco, come da tradizione, poichè vi sono già stati dei feriti.

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