Paziente cade dal letto e muore: indagati medici e infermieri
L’episodio risale all’estate dell’anno scorso, quando un uomo di 77 anni cade dal letto dell’ospedale e muore. Ora per i medici e gli infermieri responsabili è iniziato il processo l’ipotesi di reato è di “omicidio colposo”.
Il fatto
Il paziente era affetto da una grave disfunzione ventricolare sinistra che comportava una stimolazione cardiaca temporanea effettuata da elettrodi epicardici. Era ricoverato all’ospedale San Raffaele per la rimozione di un pacemaker per infezione della tasca del dispositivo tecnico.
Nell’attesa dell’intervento chirurgico, il paziente viene trattenuto in reparto e collegato a un pacemaker epicardico in un letto di degenza al quale una spondina viene posizionata soltanto sul lato destro, mentre sul lato sinistro viene collocato un tavolino «servitore» a rotelle.
Per cause non ricostruite l’uomo si sbilancia proprio sul lato sinistro del letto, perde l’equilibrio e cade a terra. Due dei tre elettrodi del pacemaker epicardico si staccano sotto il peso del corpo che cade a terra, viene quindi meno l’attività di elettrostimolazione, come conseguenza si produce un arresto cardiaco, e il risultato è la morte pressoché immediata del paziente.
Il procedimento
La Procura della Repubblica contesta l’ipotesi di reato di «omicidio colposo» a tutti e tre i livelli di intervento. Gli indagati, che ora avranno 20 giorni di tempo per controargomentare la propria estraneità alla catena causale, sono infatti sia l’infermiera professionale specificatamente addetta all’assistenza del paziente; sia il medico di guardia in servizio nel reparto quella notte; sia il primario dell’Unità operativa di Cardiochirurgia.
Per tutti e tre, nelle rispettive competenze, l’accusa è di aver omesso di disporre o di adottare o di applicare misure idonee a prevenire cadute accidentali dal letto dei pazienti ricoverati con patologie a rischio di vita.