Pediatra e medici di famiglia protestano
Il vaccino contro il virus sinciziale non è raccomandato per tutti i neonati, ma solo per quelli a rischio secondo l’Iss. Questa decisione ha suscitato polemiche tra pediatri e medici, nonostante il ministero della Salute abbia annunciato la disponibilità del farmaco gratuitamente in tutte le Regioni. L’azienda produttrice assicura una copertura del 75% delle nascite in Italia. L’Iss sostiene che la somministrazione a tutti i neonati potrebbe non essere opportuna in quanto il farmaco ha un modesto effetto preventivo. Tuttavia, società di pediatria e neonatologia raccomandano una prevenzione efficace per tutti i neonati per affrontare la stagione epidemica imminente.
Controversia sul vaccino contro il virus sinciziale per i neonati
Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), il vaccino contro il virus sinciziale non dovrebbe essere somministrato a tutti i neonati, ma solo a coloro che presentano condizioni di rischio o fragilità. Questa posizione ha suscitato polemiche tra pediatri e medici di famiglia, che ritengono che il farmaco sia necessario per tutti i neonati.
Il ministero della Salute ha annunciato di voler rendere il vaccino disponibile gratuitamente in tutte le Regioni per il trattamento dei neonati, ma l’Iss ha sollevato dubbi sulla sua somministrazione universale, sottolineando potenziali rischi. L’azienda produttrice ha garantito dosi che coprirebbero il 75% dei neonati italiani, ma l’Iss ritiene che la somministrazione generalizzata potrebbe non essere appropriata.
Le società di pediatria e neonatologia raccomandano invece una prevenzione efficace per tutti i neonati, considerando che il virus sinciziale è la principale causa di bronchiolite e di ricoveri pediatrici. A livello mondiale, il virus provoca milioni di infezioni e decine di migliaia di decessi ogni anno tra i bambini sotto i 5 anni.
Pur esistendo fattori di rischio per i neonati fragili, statistiche italiane dimostrano che la maggior parte delle ospedalizzazioni per il virus sinciziale riguarda bambini sani nati a termine. La decisione su come gestire la somministrazione del vaccino resta quindi oggetto di controversia tra le varie istituzioni mediche e sanitarie coinvolte.
Controversia sul vaccino contro il virus sinciziale
Il vaccino contro il virus sinciziale è al centro di una controversia tra l’Istituto superiore di sanità (Iss) e pediatri, medici di famiglia e neonatologi. Secondo l’Iss, non è necessario somministrare il vaccino a tutti i neonati, ma solo a quelli con condizioni di rischio o fragilità. Questo parere ha sollevato polemiche, soprattutto dopo che il ministero della Salute ha annunciato la disponibilità del farmaco gratuitamente in tutte le Regioni.
L’azienda produttrice, Sanofi, ha assicurato che ha riservato dosi sufficienti per coprire il 75% della coorte nazionale di nascite, ma l’Iss ha evidenziato che la somministrazione a tutti i neonati potrebbe comportare rischi e non essere opportuna. Le società di pediatria e neonatologia, invece, sottolineano l’importanza di una prevenzione efficace per tutti i neonati prima della stagione epidemica.
Il virus sinciziale è la causa principale della bronchiolite, che porta a numerosi ricoveri pediatrici e decessi. A livello mondiale, il virus colpisce milioni di bambini sotto i 5 anni ogni anno. Nonostante vi siano fattori di rischio per i neonati fragili, i dati italiani indicano che la maggior parte delle ospedalizzazioni per il virus sinciziale coinvolge bambini sani e nati a termine.
La questione resta aperta, mentre Aifa e il ministero della Salute lavorano per rendere il vaccino disponibile in tutta Italia prima dell’inizio della stagione epidemica. La decisione finale su come e a chi somministrare il vaccino contro il virus sinciziale rimane ancora incerta.
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