Pensione per i giovani con 20 anni di contributi: assegno da € 650-680

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Novità sul versante pensionistico per quanto riguarda i giovani. Si parla in particolar modo di quelli con carriere discontinue e lavori precari, quelli che in molti casi potranno andare in pensione solo a 70 anni e con assegni previdenziali modesti.

Nell’incontro del ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha illustrato un meccanismo che faciliterà un pochino i giovani «discontinui» che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 (cioè interamente nel sistema contributivo) nell’impresa di andare in pensione a 68-69 anni. E soprattutto, permetterà loro di avere un assegno previdenziale minimo di 650-680 euro.

I così detti “giovani discontinui”

La proposta come detto riguarda i giovani «discontinui», che oggi possono andare in pensione prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi solo se maturano un trattamento pari a 1,5 volte l’assegno sociale (oppure a 63 anni, ma se hanno maturato una pensione «ricca» di 1300 euro, 2,8 volte l’assegno sociale).

Il primo intervento è la riduzione del criterio minimo, da 1,5 a 1,2 volte l’assegno sociale. Il secondo è invece l’innalzamento dal 33 al 50% della possibilità di cumulare assegno sociale e pensione contributiva. Con le maggiorazioni sociali, si arriverebbe a una pensione minima di 650-680 euro al mese.

Sulla pensione dei giovani precari torna invece l’ex ministro Pd Cesare Damiano: «al tempo del Governo Prodi – spiega – avevamo individuato nei contributi figurativi in caso di disoccupazione, nell’accesso più favorevole al riscatto della laurea e nella lotta al lavoro precario, gli strumenti cardine per conseguire l’obiettivo di una pensione adeguata».

Altri provvedimenti

L’esecutivo lavora anche sull’ipotesi di svincolare la Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) dall’Ape social e di incentivarne l’adesione tramite detassazione. Per mettere in campo questo meccanismo il Governo è alla ricerca di risorse che consentano di prevedere la detassazione per i cinque milioni di lavoratori iscritti alla previdenza complementare. Secondo Poletti quello di oggi è stato un incontro «utile, in un clima positivo, con l’impegno a continuare» il confronto. I prossimi appuntamenti sono fissati per il 5 settembre (sui temi del lavoro), il 7 e il 13 settembre (sulle pensioni). Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo: «Si deve chiudere entro settembre, in tempo per la Legge di Bilancio, avendo chiaro tutto quello che serve in termini finanziari».

Poletti nel corso dell’incontro ha parlato anche del reddito di inclusione, dopo il via libera definitivo del consiglio dei ministri a questa misura. «L’intervento – ha detto – è già molto significativo, ma è evidente che in prospettiva vanno aumentate le risorse per raggiungere tutti i cittadini che hanno bisogno». Secondo il ministro del Lavoro, «l’attuale platea fa riferimento alle risorse in bilancio e ai criteri definiti nella legge. Dobbiamo costruire un’infrastruttura in grado di sviluppare i due pilastri dell’intervento e siamo nella condizione di fare un buon lavoro».

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