Perché l’aumento della demenza giovanile e quali sono i 12 fattori di rischio associati
La demenza giovanile, una forma di demenza che può colpire prima dei 65 anni, rappresenta un importante problema di salute che va affrontato con tempestività. Le malattie neurodegenerative non sono solo un problema legato all’invecchiamento, ma possono manifestarsi anche in età più giovane.
Le cause della demenza giovanile sono diverse e vanno studiate attentamente. Tra le malattie più diffuse che portano a questa condizione ci sono la demenza fronto-temporale, la demenza a corpi di Lewy, la demenza da idrocefalo normoteso, la malattia di Creutzfeldt–Jakob e la malattia di Parkinson. Tuttavia, esistono anche altre possibili cause, come carenza vitaminica, disturbi endocrini e depressione.
I fattori di rischio per la demenza precoce sono stati individuati in diversi studi, tra cui il Risk Factors for Young-Onset Dementia in the Uk Biobank. Tra i principali fattori di rischio emersi dai dati studiati ci sono la bassa scolarizzazione e classe sociale, l’isolamento sociale, l’ipoacusia, l’ipotensione ortostatica, il diabete, la depressione, gli ictus, le malattie cardiache, l’abuso di alcol e livelli elevati di proteina C-reattiva.
La manifestazione dei sintomi della demenza giovanile può variare da persona a persona, ma include generalmente perdita di memoria, difficoltà nel linguaggio e nell’uso del buonsenso, oltre a sbalzi di umore e comportamenti insoliti. È importante riconoscere questi segnali precoci per intervenire tempestivamente.
Le terapie per la demenza giovanile cercano di evitare l’uso eccessivo di farmaci, preferendo approcci psicosociali e di riabilitazione cognitiva. Attività come leggere, ascoltare musica, studiare una lingua o uno strumento, dedicarsi all’enigmistica, seguire una dieta sana e praticare attività fisica possono aiutare a rallentare il deterioramento cognitivo e a mantenere attiva la mente.
In conclusione, la demenza giovanile rappresenta una sfida importante per la medicina e la ricerca scientifica. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia e promuovere maggiori investimenti nella prevenzione e nella cura. Solo così sarà possibile garantire una migliore qualità di vita alle persone colpite da questa malattia e alle loro famiglie.