Pianificava attentato terroristico in Italia: fermato un marocchino

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Il Ros di Torino ha arrestato un 29enne marocchino, Mouner El Aoual. Per la Procura di Torino progettava attivamente un attentato nel nostro Paese ed era pronto ad agire.
L’uomo è ritenuto «gravemente indiziato dei reati di associazione finalizzata al terrorismo internazionale. E di istigazione a delinquere ed apologia di reato aggravati».

Di chi si tratta

El Aoual era arrivato in Italia in modo irregolare nel 2008 e, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era riuscito a conquistarsi la fiducia di due italiani, madre e figlio, tanto da “farsi ospitare per nove anni e da essere da loro considerato quasi alla stregua di un figlio adottivo”.

Dal settembre 2016 era tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine, dopo che era stato scoperto a diffondere immagini di propaganda dell’Isis su Facebook.

Opera di reclutamento

La sua opera di reclutamento avveniva soprattutto attraverso una chat room. Sul social network Zello, dove si presentava con il nickname ‘ibn dawla7’ (‘figlio dello Stato’ inteso come Stato Islamico). Un’informazione arrivata alla procura torinese dall’Fbi. Nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, che ha permesso di scoprire che il 29enne si occupava attivamente di invitare i fedeli musulmani a unirsi allo Stato Islamico.
In alcuni messaggi invitava a fare il jihad. “Sgozzandoli con un coltello, bruciandoli e facendoli a pezzi e rendendo le loro vite impossibili”. Ai combattenti, El Aoual dava consigli come “taglia la testa del Kafir, brucialo, annegalo, colpiscilo con il coltello, fallo esplodere, fai quello che vuoi, il sangue del Kafir non è Halal”.
In rete, il reclutatore diffondeva poi i manuali di combattimento dell’Isis. Testi come le ‘Disposizioni sull’omicidio di volontari e servi del Cristianesimo’, in cui si trovano citazioni della rivista ‘Rumiyah’ sull’uccisione di preti cristiani.
El Aoual, inoltre, «diffondeva consigli indirizzati dall’IS ai «lupi solitari» e ai «foreign terrorist fighters». Pubblicava materiale su tecniche di combattimento e di assassinio. Ma anche di depistaggio dei controlli delle forze di polizia e sui comportamenti da tenere nei Paesi occidentali per diventare «invisibili». Giustificava, inneggiava e approvava gli attentati recentemente commessi in Germania, Svezia e Francia. Infine istigava a compiere attentati contro i «miscredenti».

Nel valutare il pericolo di reiterazione del reato, lo stesso giudice ha affermato che «in conclusione si tratta di un soggetto estremamente pericoloso. Egli sta attualmente svolgendo un’importante opera di proselitismo ed incitamento ad azioni violente e letali. Per intenti e personalità, presenta un altissimo rischio di passare direttamente all’esecuzione di tali gravi atti di violenza».

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