Piantedosi difende i CPR e respinge l’accusa di fallimento” / “Albania: nessuna neocolonizzazione dei migranti
Il ministro degli interni, Matteo Piantedosi, è stato intervistato ieri nel programma 100 Minuti condotto da La7 da Corrado Formigli. Durante l’intervista, si è discusso dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e delle condizioni spesso inaccettabili delle persone al loro interno. Piantedosi ha spiegato che la gestione dei centri prevede un primo presidio medico a cura del gestore, con una funzione di segnalazione, ma è compito delle autorità pubbliche, come le aziende sanitarie territoriali, mantenere la vigilanza e intervenire quando necessario.
Secondo Formigli, i CPR possono portare a veri e propri drammi individuali, e il ministro ha sottolineato come la legislazione attuale abbia cercato di limitare il trattenimento a coloro che mostrano potenziale pericolosità. Piantedosi ha respinto l’idea che i CPR siano un fallimento e ha evidenziato che il sistema di trattenimento è conforme alla normativa europea, inclusa una direttiva del 2008 e recenti raccomandazioni della Commissione Europea.
Durante l’intervista, sono state sollevate critiche riguardo alle condizioni disumane e all’uso di psicofarmaci nei CPR. Piantedosi ha ammesso che ci sono aspetti che non soddisfano gli standard desiderati e ha riconosciuto che alcune situazioni sono complicat,e ma ha sottolineato che si stanno facendo sforzi per migliorare la situazione.
Di recente, l’Italia ha siglato una partnership con l’Albania per trasferire migranti nel paese vicino. Mentre alcuni temono un approccio colonialista, Piantedosi ha sottolineato che l’Albania è un paese candidato all’UE e amico tradizionale dell’Italia, e che la cooperazione internazionale ha lo scopo di gestire in modo più efficace e sicuro il fenomeno migratorio.
Infine, Formigli ha chiesto delucidazioni sulle critiche riguardanti l’interazione con la guardia costiera libica. Piantedosi ha chiarito che l’Italia segue le direttive europee e internazionali per garantire la sicurezza in mare e che la cooperazione con la Libia fa parte di una gestione più ampia e complessa del fenomeno migratorio.
In conclusione, l’intervista ha evidenziato le sfide e le criticità legate alla gestione dei migranti e dei CPR in Italia, ma ha anche sottolineato gli sforzi per migliorare la situazione e affrontare il fenomeno migratorio in modo più efficace e sicuro.