Incidenti Piazza San Carlo durante la Champions: nuovi avvisi di garanzia

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Dopo circa cinque mesi dalla tragica notte di Pizza San Carlo a Torino arrivano altri avvisi di garanzia. Un evento di sport e di festa si trasformò in una trappola mortale, durante la proiezione su maxi schermo della finale Champions.

Nel mirino i vertici della città, oltre a funzionari e dirigenti degli enti coinvolti nell’organizzazione dell’evento. Le ipotesi di lavoro sono le lesioni gravissime e l’omicidio colposo in relazione all’articolo 40 del codice penale, che punisce le condotte omissive di chi doveva evitare l’evento dannoso.

Sono circa duecento le persone ascoltate in questi mesi come testimoni da polizia e magistratura, che hanno raccolto numerosi documenti e verbali. Per ora nel registro degli indagati erano stati iscritti i nomi di presidente e direttore di Turismo Torino, ente organizzatore della serata, Maurizio Montagnese e Danilo Bessone. E per effetto delle numerose querele, come atto dovuto, quello della sindaca Chiara Appendino.

La notte degli incidenti

La sera del 3 giugno un’ondata di panico improvvisa e mai chiarita ha innescato il caos tra i 40 mila tifosi che assistevano alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid trasmessa su maxischermo. Oltre 1500 feriti e una donna di 38 anni, Erika Pioletti, morta, schiacciata contro le transenne dalla folla in fuga. Una catena di responsabilità che dopo 150 giorni di indagine, decine di testimonianze raccolte e centinaia di documenti acquisiti, comincia a emergere con maggiore nitidezza. E nelle ultime settimane ha fatto compiere un salto di qualità all’inchiesta della Procura: gli indagati sono aumentati fino a sfiorare la ventina; ed è cambiata la gravità delle accuse loro contestate.

Dieci nuovi avvisi

Oltre dieci nuovi avvisi di garanzia sono pronti per essere notificati al Comune, alla Questura, ai Vigili del fuoco e alla Prefettura. E’ molto probabile che anche la sindaca che aveva le delega sulla sicurezza sia tra queste. Per il resto sono tutte le istituzioni che avrebbero potuto concretamente evitare la tragedia di quella notte e che non lo hanno fatto, consentendo per esempio la vendita di bevande in bottiglia sin dal pomeriggio di quel 3 giugno. E proprio i cocci di quei contenitori sono stati l’arma con cui si sono tagliati molti del 1526 feriti. L’altra causa è stata la calca: nella fuga dalla piazza dei trentamila spettatori – non si sa ancora con precisione scatenato da che cosa – molti sono rimasti schiacciati nella calca o contro le transenne.

Le transenne vennero posizionate solo verso le 14,30 e le perquisizioni cominciarono intorno alle 15 quando la piazza era piena quasi per metà e i venditori abusivi già si muovevano indisturbati, senza alcun controllo da parte di vigili e forze dell’ordine. Altro capitolo: la mancata sorveglianza del parcheggio sotterraneo che, da disposizioni, andava presidiato e da cui sono passati gli abusivi con lattine e bottiglie in vetro, risalendo dalle scale di servizio direttamente in mezzo alla piazza, sfuggendo così a qualunque controllo.

A breve la Procura notificherà gli atti giudiziari messi a punto in queste ultime ore. Nei prossimi giorni, quindi, gli indagati potranno presentarsi davanti ai magistrati.

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