Piccolo Charlie, per la Corte i medici possono interrompere le cure

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La vicenda del piccolo Charlie continua a scuotere l’Inghilterra e il mondo intero. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo si è pronunciata se ha dato ragione ai medici: si possono sospendere le cure che tengono in vita il bambino nonostante l’opposizione dei genitori.

La sentenza di Strasburgo conferma le decisioni prese dai tribunali britannici di staccare la spina al piccolo Charlie e ritira le misure preventive ordinate il 19 giugno scorso.

Affetto da una rara malattia genetica

Al bambino, nato il 4 agosto del 2016, è stata diagnosticata una rara malattia genetica, la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo e inesorabile indebolimento dei muscoli.

Per i medici del Great Ormond Street Hospital la malattia è incurabile. Il bimbo, ricoverato in terapia intensiva è intubato e tenuto in vita da una macchina che lo fa respirare e lo nutre. Per i dottori non ha speranze di sopravvivere a lungo e sarebbe meglio staccare la spina e evitargli ulteriori sofferenze.

La battaglia dei genitori

I genitori in questi anni hanno tentato in tutti i modi di tenere in vita il loro figlio, dando vita a una battaglia giudiziaria. Vorrebbero provare a sottoporlo a un trattamento sperimentale negli Stati Uniti e hanno lanciato una raccolta fondi per sostenere le spese, arrivando a raccogliere, ad aprile, 1,25 milioni di sterline da oltre 80mila donatori.

La Corte di Strasburgo il 19 giugno aveva ordinato all’Inghilterra di continuare a tenere in vita Charlie Gard fino a quando non prenderà una decisione sul ricorso dei genitori. Il ricorso però è stato respinto e Londra potrà sospendere le cure al bambino.

Il parere dei medici

Per i medici che lo hanno in cura il bambino «è esposto a continuo dolore e sofferenza» e la terapia sperimentale a cui i genitori vorrebbero affidarsi negli Stati Uniti «non ha prospettive di successo e non offrirebbe alcun beneficio». Dunque la Corte «considera appropriato sospendere la misura provvisoria» con cui chiedeva ai medici di tenere in vita Charlie.
All’ospedale di Londra hanno fatto sapere che la decisione dei giudici europei «segna la fine di un processo molto difficile» e che ora la priorità è «fornire ai genitori di Charlie ogni possibile sostegno nel momento in cui ci si prepara per i prossimi passi».

Un portavoce ha precisato che «non ci sarà alcuna fretta nel cambiare le cure di Charlie e ci saranno attente pianificazioni e discussioni». Ma appare molto probabile che già nei prossimi giorni i medici decidano di staccare la spina.

I dottori sostengono che Charlie non può sentire, muoversi, piangere o deglutire e che i suoi polmoni funzionano solo grazie alla macchina a cui è attaccato. Il piccolo avrebbe anche subito danni cerebrali irreversibili. A loro giudizio, il trattamento sperimentale americano cui i genitori vorrebbero sottoporlo non migliorerà le sue condizioni.

Firmata una petizione per chiedere l’intervento di Theresa May

Solo due settimane fa la madre, Connie Yates, aveva pubblicato su Facebook una foto di Charlie con gli occhi aperti: «Un’immagine vale più di mille parole», aveva scritto.

Intanto oltre centomila persone hanno firmato una petizione per chiedere alla premier Theresa May di intervenire. E i genitori sono riusciti, grazie a donazioni da tutto il mondo, a raccogliere i soldi necessari per il viaggio negli Stati Uniti e il pagamento della terapia sperimentale.

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