Piemonte in ginocchio, vasti incendi e alti livelli di inquinamento

Piemonte in ginocchio, vasti incendi e alti livelli di inquinamento

Il Piemonte va verso la dichiarazione dello stato di emergenza. Si allarga, alimentato dal forte vento, il fronte dell’incendio che da giorni brucia la bassa Valle di Susa. Nella notte alcune squadre di vigili del fuoco, impegnate sopra Mompantero, sono rimaste isolate e circondate dalle fiamme per oltre un’ora prima di essere liberate. Le raffiche di fohen alimentano le fiamme che da Bussoleno sono arrivate fino al Rocciamelone. Per arginare il rogo sta intervenendo un canadair.

La caligine arriva su Torino

I fumi degli incendi che da giorni devastano le vallate del Piemonte, molto densi di carbonio e particolato, si stanno riversando sulla pianura. L’odore di bruciato ha invaso anche Torino, dove i livelli di Pm10 sono schizzati alle stelle. Secondo le rilevazioni dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, le polveri sottili hanno raggiunto i 199 mcg/mc nella giornata di ieri, quattro volte i limiti previsti. Il capoluogo di Regione è da ieri sera avvolto dalla caligine e il livello delle ‘polveri sottili’ è salito.

In valle Orco, a poca distanza dal parco nazionale del Gran Paradiso, il fuoco è arrivato a lambire alcune frazioni e il sindaco invita gli abitanti a restare in casa, fino a quando non sarà cessata l’emergenza. L’Unione Montana ha convocato un “tavolo tecnico urgente” con Arpa, Asl To4, Aib (Antincendi boschivi), carabinieri e vigili del fuoco per valutare le condizioni di salubrità della zona. E’ sempre vasto il fronte di fuoco anche in Valchiusella, un’altra vallata del Torinese, ed è ancora fuori controllo il rogo in Valle Varaita (Cuneo) che sta devastando il vallone di Bellino, incenerendo centinaia di ettari di boschi e pinete.

Un altro fronte critico è in Valle di Stura, dove per il terzo giorno consecutivo è chiusa la statale 21 che porta al Colle della maddalena, valico per la Francia. Fiamme anche sulla collina torinese: i vigili del fuoco sono intervenuti nella notte per domare un incendio divampato a Pecetto, nella frazione San Luca.

Stato di massima allerta

“Purtroppo, non si vede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino alla settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone”. Lo ha affermato, a margine della giunta regionale, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino: “Abbiamo formalizzato – rivela – la copertura finanziaria atta a mantenere questa massima presenza. Ed abbiamo formalizzato l’avvio della proceduta dello stato di calamità”.
La situazione, sottolinea il presidente Sergio Chiamparino, “resta difficile”, e la Regione si prepara a chiedere lo stato di calamità. Una prima stima dei danni verrà fatta in giunta, domani, sabato è previsto un sopralluogo dello stesso Chiamparino nelle zone più colpite. Per far fronte all’emergenza “sono state messe in stato di allerta alcune decine di unità di personale dell’esercito – aggiunge Chiamparino – unità che verranno attivate qualora si rendesse necessario il loro impiego”.

Allarme anche dalla ColdirettiColdiretti

Per la Coldiretti vento  forte e siccità sono le cause degli incendi che da giorni devastano il Piemonte, nel Torinese e nel Cuneese. Nel mese di ottobre la pioggia caduta rispetto alla media ha toccato il -98%, con la gran parte del territorio rimasta del tutto all’asciutto. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, secondo cui “per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ci vorranno almeno 15 anni”.

Le precipitazioni – sottolinea ancora Coldiretti – sono state sotto la media in tutti i mesi del 2017, fatta eccezione di febbraio. “Gli ultimi anomali incendi di autunno sono la punta dell’iceberg di una stagione drammatica – denuncia l’associazione – con circa 140mila ettari di bosco andati a fuoco dall’inizio dell’anno, praticamente il triplo del 2016”. Gli incendi, che in Piemonte stanno minacciando pregiati vigneti ed i castagni, “hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, distrutto piante e ampie aree di bosco e ucciso animali”.

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