Pil cresce dello 0,9%. Gentiloni: “Dati incoraggianti, andiamo avanti”

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Il premier Gentiloni accoglie con entusiasmo le rilevazioni Istat relativi al Pil italiano nel 2016 che è aumentato in termini grezzi dello 0,9% rispetto al 2015. Il dato corretto per gli effetti di calendario segna invece un aumento dell’1,0% (nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2015).

I dati sul Pil “danno ragione a politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme, sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando su Twitter i dati Istat di oggi. Le stime del Mef e del governo, aggiunge, sono elaborate “in modo rigoroso e affidabile. PIL 2016 migliora più del previsto”.

Nel Documento programmatico di bilancio di ottobre scorso, il governo ha stimato per il 2016 un rialzo del Pil (in termini grezzi) dello 0,8% dopo lo 0,7% del 2015. Il dato di oggi è quindi leggermente superiore alle stime italiane e in linea invece con quelle Ue.

L’economia italiana non cresceva a ritmi così veloci dal 2010. Se la stima di oggi dell’Istat, provvisoria e basata su dati aggregati, dovesse essere confermata anche a marzo, in base alle valutazioni più approfondite dell’Istituto di statistica, il +0,9% sarebbe il dato più alto dal +1,7% messo a segno 6 anni fa.

La variazione acquisita del Pil per il 2017 è pari a +0,3%. Lo calcola l’Istat in base alle stime preliminari sull’andamento dell’economia italiana nel 2016. La crescita acquisita è quella che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

Non c’è da esultare, nè da cantare vittoria ma si può quantomeno tirare un piccolo sospiro di sollievo. Mentre, infatti, va avanti il braccio di ferro tra Europa ed Italia chiamata ad una correzione dei conti pubblici da 0.2 punti di Pil, buone notizie arrivano dall’Istat.

 

La strada imboccata, insomma, sembra essere finalmente quella giusta e i segnali che arrivano sono senza dubbio incoraggianti, ma occhio ad abbassare la guardia perchè il nemico è sempre in agguato. Si tratta, infatti, di un dato ben più basso della media dell’Eurozona, che mette il turbo e si muove al +1,7%.

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