Più di due pazienti su tre con tumore al seno Her2 positivo e metastasi cerebrali beneficiano di un anticorpo efficace che riduce le lesioni

Più di due pazienti su tre con tumore al seno Her2 positivo e metastasi cerebrali beneficiano di un anticorpo efficace che riduce le lesioni

In Italia ci sono circa 52mila donne con tumore al seno metastatico, di cui il 10% con forma Her2 positiva che spesso porta a metastasi cerebrali. Uno studio ha dimostrato che un nuovo farmaco anticorpo-coniugato, trastuzumab deruxtecan, ha portato a un tasso di sopravvivenza del 61,6% a un anno per pazienti con metastasi cerebrali attive o stabili. Questo farmaco ha dimostrato di ridurre le dimensioni delle lesioni encefaliche in più di due pazienti su tre. Anche le pazienti con metastasi cerebrali hanno raggiunto una sopravvivenza globale superiore al 90%.

Un nuovo trattamento efficace per il tumore al seno metastatico con metastasi cerebrali

Attualmente in Italia vivono circa 52mila donne con un tumore al seno metastatico, di cui il 10% affetto dalla forma Her2 positiva, più aggressiva e con tendenza alla formazione di metastasi cerebrali. Recentemente, uno studio denominato Destiny-Breast12 ha dimostrato che un nuovo anticorpo farmaco-coniugato (trastuzumab deruxtecan) è in grado di ridurre significativamente le dimensioni delle lesioni encefaliche in pazienti con metastasi cerebrali attive o stabili, aumentando il tasso di sopravvivenza libera da progressione della malattia al 61,6% a un anno.

La presenza di metastasi cerebrali è stata tradizionalmente considerata una situazione grave con limitate opzioni terapeutiche, ma il farmaco in questione ha mostrato efficacia anche in queste pazienti. Nel complesso, il 61,6% delle pazienti coinvolte nello studio ha tratto beneficio dal trattamento anche a 12 mesi dall’inizio dello stesso. Inoltre, le pazienti con metastasi cerebrali hanno ottenuto una sopravvivenza globale superiore al 90%, dimostrando l’efficacia della terapia sistemica con trastuzumab deruxtecan.

Il risultato dello studio è stato presentato al Congresso della European Society for Medical Oncology e pubblicato su Nature Medicine, evidenziando la rilevanza di questo nuovo approccio terapeutico nel trattamento del tumore al seno metastatico con metastasi cerebrali.

Le associazioni dei pazienti continuano a sostenere il ritorno al lavoro delle donne affette da questa patologia, offrendo supporto e informazioni utili per migliorare la qualità di vita durante il percorso di cura.

Un nuovo trattamento per le metastasi cerebrali da tumore al seno

Attualmente in Italia, circa 52mila donne vivono con un tumore al seno metastatico, di cui il 10% è Her2 positivo, una forma più aggressiva che può portare allo sviluppo di metastasi cerebrali. Un recente studio ha dimostrato l’efficacia di un nuovo anticorpo farmaco-coniugato, il trastuzumab deruxtecan, nel trattamento delle pazienti con metastasi cerebrali attive o stabili. Queste pazienti hanno mostrato un tasso di sopravvivenza del 61,6% a un anno, offrendo nuove speranze di trattamento.

Il trattamento delle metastasi cerebrali da tumore al seno è sempre stato una sfida, ma con il trastuzumab deruxtecan si è dimostrata una significativa riduzione delle dimensioni delle lesioni encefaliche in più di due pazienti su tre. Anche le pazienti con metastasi cerebrali hanno registrato una sopravvivenza globale lunga, superiore al 90% a 12 mesi dall’inizio del trattamento, segnalando l’efficacia di questa nuova terapia sistemica.

Questo studio coinvolge 504 pazienti con malattia metastatica Her2 positiva, di cui circa 250 presentavano metastasi cerebrali. I risultati evidenziano che il trastuzumab deruxtecan è un trattamento efficace anche per le pazienti con metastasi cerebrali, offrendo speranze di una lunga sopravvivenza anche in casi avanzati di tumore al seno.

Con il progresso della ricerca e lo sviluppo di nuove terapie come il trastuzumab deruxtecan, le pazienti affette da tumore al seno metastatico possono guardare al futuro con maggiore ottimismo e fiducia nel trattamento della loro malattia.

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