Ecco i Pixel Buds, gli auricolari che ti faranno parlare col mondo intero
Un paio di auricolari permettono di tradurre all’istante ogni conversazione. Ma sollevano, anche, una domanda fondamentale sull’intelligenza artificiale e sulla tecnologia in genere. Con le Pixel Buds di Google la maledizione di Babele è finita. Secondo la Bibbia, Dio mise fine alla lingua unica degli uomini per fermare la costruzione della torre, che altrimenti sarebbe arrivata fino al cielo. Le parole di uno diventarono per l’altro suoni senza significato, e la torre rimase incompiuta, a un tempo monumento alla ribellione dell’uomo e ammonizione alla sua superbia.
Pixel Buds
Presentate da Google insieme ai Pixel 2 , le Pixel Buds sono passate un po’ sotto silenzio, visto che tutta l’attenzione era per i nuovi smartphone. A vederle sono cuffie bluetooth abbastanza anonime, con un cavo a tenerle insieme e una custodia simile a quella delle AirPods di Apple, che anche in questo caso serve come base di ricarica. Si infilano nell’orecchio, dove rimangono stabili grazie a un’ingegnosa piegatura del cavo, e si comandano sfiorando il guscio esterno dell’auricolare destro.
Dovevano essere la risposta di Google agli AirPods di Apple, ma i Pixel Buds, le cuffiette senza fili firmate dall’azienda di Montain View, non sono dei semplici auricolari. Oltre ad ascoltare musica, infatti, chi li possiede sarà capace di comprendere ben 40 lingue del mondo.
Da cuffie di discreta qualità, le Pixel Buds si trasformano in un piccolo miracolo di tecnologia: sfruttando l’intelligenza artificiale, comprendono quello che si dice, e lo traducono in una lingua a scelta fra le 40 disponibili attualmente (ma ne sono previste altre). Così, ad esempio, basterà parlare in italiano, e dallo speaker dello smartphone una voce sintetica, ma perfettamente comprensibile, tradurrà quello che diciamo nell’idioma scelto, e lo stesso nell’altro verso.
Il prezzo
Le Pixel Buds non costano nemmeno tanto, 159 dollari negli Stati Uniti: al momento funzionano solo con il Pixel 2, ma non è detto che un aggiornamento non le renda compatibili con altri smartphone Android e magari con l’iPhone. Non sarebbe difficile, perché, in realtà, in questo caso il telefono fa poca differenza: i dati sono inviati ai collaboratori di Mountain View, che traducono il testo usando le stesse reti neurali impegnate per Google Translate sul web.
I Google Pixel Buds saranno disponibili nelle colorazioni Just Black, Clearly White e Kinda Blue (ossia le stesse dei Pixel) ad un prezzo di 159$: sono preordinabili da oggi negli USA e arriveranno a novembre anche in Canada, UK, Germania, Australia e Singapore (purtroppo non in Italia).
E la privacy?
I dirigenti saliti sul palco si sono affrettati a sottolineare i passi avanti nella tutela delle privacy di chi usa i servizi Google e i dispositivi Android. Qualche dubbio rimane, visto che il microfono dei nuovi Pixel è sempre all’ascolto, e in ogni momento è in grado di riconoscere una musica in sottofondo. Il punto è che non è necessario nemmeno sfiorare un’icona o usare un comando vocale, perché la funzione è già attiva.