Pordenone. La maestra cambia Gesù in Perù per rispetto di tutte le etnie
E’ bufera a Pordenone per la proposta di una maestra che avrebbe fatto modificare la canzone di Natale cantata dai suoi piccoli studenti per rispetto di tutte le etnie.
Si tratterebbe di una canzone dal titolo “Minuetto di Natale”, dove in un passaggio c’è il nome di Gesù, cambiato, appunto, in Perù. Secondo quanto scrive il Messaggero Veneto, l’insegnante, pensando che in questo modo si potesse turbare la sensibilità di chi non appartiene alla religione cristiana, ha sostituito il nome Gesù con uno che non avrebbe messo in difficoltà nessuno.
La vicenda è stata scoperta dai familiari di due fratellini che durante il pranzo di Natale hanno intonato a casa la canzoncina imparata a scuola. I genitori hanno allora chiesto spiegazioni. La notizia si è diffusa in poco tempo e sui social sono state postate tante critiche nei confronti della maestra e della scuola.
La dirigente scolastica sostiene che non sapeva nulla dell’iniziativa della maestra e ieri ha richiamato verbalmente la docente. Da parte sua l’insegnante si è detta dispiaciuta e ha promesso che un fatto simile non si ripeterà più.
La replica della preside
“Se si ritiene che certi tipi di testi possano arrecare disagi a qualcuno, si devono scegliere canzoncine senza determinati riferimenti – ha aggiunto la preside – Ho parlato con l’insegnante che ha fatto imparare ai bambini la versione modificata di Minuetto di Natale: è una maestra valida e preparata, con ruoli importanti all’interno dell’istituto. Ha ammesso di aver sbagliato, è dispiaciuta e mi ha assicurato che una cosa simile non si ripeterà. Dal canto mio, l’ho richiamata verbalmente, visto che le sanzioni previste dall’ordinamento didattico, a mio parere, devono essere applicate per situazioni più gravi”. “Impartirò precise direttive – ha concluso Muz – affinché simili situazioni non si ripresentino. Non ne sapevo nulla, non posso controllare tutte le canzoni scelte dalle insegnanti visto che ho la responsabilità, complessivamente, di oltre 1.300 alunni. In ogni caso, sono dispiaciuta e comprendo chi si è sentito offeso dall’accaduto”.