Il preside vieta le merendine a scuola, i genitori protestano

Il preside vieta le merendine a scuola, i genitori protestano

Merendine vietate in alcune scuole bolognesi. La decisione arriva dal preside delle quattro scuole primarie nel quartiere Saragozza. Nel comunicato si legge: “Dal primo febbraio, per quanto riguarda la merenda del mattino i genitori sono tenuti a dare ai propri figli solo frutta fresca o frutta secca o verdura”. Vietate anche le pizzette e i panini. Bando ai carboidrati. I genitori protestano.

Il provvedimento arriva per promuovere un’alimentazione sana a scuola. Il consiglio dei docenti ha votato per far passare la nuova disposizione e ne sono scaturiti 13 voti a favore e un astenuto. I genitori però non hanno accettato di buon grado la cosa: “Io comunque darò una pizzetta a mio figlio”, “Imposizione inaccettabile”, le proteste più popolari.

Il preside Stefano Mari spiega: “Il motivo principale della mia disposizione è quello di salute pubblica: aumentare il consumo di frutta e verdura. Questo ci permette di arrivare a una riduzione dell’apporto calorico per i bambini a rischio di obesità. L’idea è quella di far portare per merenda un alimento che va bene a tutti: a scuola si devono socializzare esperienze con risvolti egualitari, garantire equità tra alunni di diversa estrazione socio-culturale. Molte scuole hanno già adottato una soluzione del genere”. La decisione riguarda le scuole primarie Bombicci, XXI Aprile, Armandi-Avogli e Manzolini.

Accuse immotivate da parte dei genitori, secondo Mari: “A volte il principio della libertà individuale può confliggere con le regole che devono valere per tutti, è così in tanti casi. Non credo sia una norma illegittima, io applico quanto deciso dal consiglio di istituto. Un’imposizione? Lo è come quella di non portare il grembiulino a scuola. Il nostro obiettivo è rendere l’andamento della giornata scolastica simile per tutti i bambini. Un’attenzione educativa, oltre che di tutela del benessere dei bambini”.

Una mamma chiede: “E se non rispetto la disposizione cosa succede?”- “Nessuna sanzione”, risponde il preside.

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