Prete cattolico ucciso nelle Filippine: difendeva indigeni e ambiente

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Prete cattolico ucciso nelle Filippine. Mark Ventura era noto nelle Filippine per le sue campagne contro l’apertura di miniere e a favore della popolazione indigena.

Al momento dell’omicidio, Ventura stava dando la sua benedizione a un gruppo di bambini e stava parlando con i membri del coro che aveva preso parte alla messa.

E’ stato ucciso a colpi di arma da fuori al termine di una celebrazione. L’assassinio è avvenuto a Gattaran, nella provincia settentrionale di Cagayan, a circa 400 chilometri a nord di Manila.

Il religioso è stato colpito a morte da due colpi di arma da fuoco esplosi da un uomo che indossava un casco e che poi è fuggito a bordo di una motocicletta guidata da un altro uomo.

Prete cattolico ucciso nelle Filippine: la scorsa settimana un altro religioso ucciso in Messico

“Stiamo ancora indagando il movente dell’omicidio”, ha detto ad una radio locale il capo della polizia di Gattaran, Rodel Tabulog, riferendo che nessuno dei bambini e dei membri del coro è rimasto ferito nell’agguato.

Ventura è il secondo prete cattolico ucciso nel Paese negli ultimi quattro mesi. A dicembre, un sacerdote 72enne era stato ucciso nella provincia settentrionale di Nueva Ecija, dopo aver facilitato la scarcerazione di un prigioniero politico.

In agosto, invece, sull’isola di Mindanao era toccato a Domingo Edo, un operatore del Centro di Azione Sociale della diocesi di Marbel. L’episodio era avvenuto nell’area della miniera del Tampakan, un impianto estrattivo a cielo aperto di oro e rame che si candida a diventare uno dei più grandi del mondo.

Un altro sacerdote è stato freddato al termine di una celebrazione eucaristica. La scorsa settimana era successo in Messico, dove don Juan Miguel Contreras Garcia era stato ucciso da un commando dei narcos subito dopo la Santa Messa.

Ventura era noto nella zona per il suo impegno contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse minerarie. Si batteva in particolare in favore dei diritti sulle terre da parte delle popolazioni indigene locali, in aree dal ricco sottosuolo che richiamano con drammatica chiarezza quel legame inscindibile tra il rispetto del creato e la giustizia nei confronti dei più deboli che Papa Francesco indica nell’enciclica Laudato si’.

 

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