Prete missionario ucciso nelle Filippine: coinvolti due militari
Padre Tentorio, un missionario italiano del Pime, è stato ucciso il 17 ottobre del 2011 a Mindanao, nelle Filippine. Adesso arriva una svolta nelle indagini sulla sua morte: secondo fonti locali l’omicidio sarebbe stato eseguito con la connivenza di due comandanti dell’esercito di Manila.
Il procuratore di Stato ha presentato una denuncia contro una dozzina di sospetti per l’uccisione del missionario cattolico, inclusi miliziani governativi e due comandanti dell’esercito. All’epoca furono accusati due civili.
Ucciso mentre celebrava una messa
Padre Tentorio stava celebrando messa quando un killer, il volto coperto da un casco, lo sorprese con una pistola di grosso calibro nell’ottobre di sei anni fa, fuggendo poi in moto insieme a un complice. Da quel giorno nessuna rivendicazione o ipotesi ufficiale avanzata dagli inquirenti.
Per la comunità locale Tentorio era diventato una guida spirituale. Quando fu ucciso aveva 59 anni e da 33 operava nella valle di Arakan, in difesa dei diritti delle popolazioni tribali, subendo numerose minacce. Nel 2003 era già scampato a una prima esecuzione.
Le indagini
Le risultanze dell’indagine ribaltano le precedenti conclusioni delle autorità filippine che avevano accusato due civili dell’efferato omicidio. Una spiegazione che aveva suscitato le riserve del governo italiano e le proteste degli ambientalisti. “Era considerato un simpatizzando dell’NPA,” ha dichiarato Ong durante l’incontro con la stampa in riferimento al New People Army, l’organizzazione comunista che per anni ha condotto azioni di ribellione nelle Filippine, “Ma non era quella una ragione sufficiente per ucciderlo.
L’assassinio di Padre Tentorio non è stato un fatto isolato e dimostra i pericoli a cui vanno incontro i missionari cattolici del luogo e quelli stranieri nella regione meridionale delle Filippine, dove altri sacerdoti sono stati uccisi, sequestrati o feriti in attentati.