Primarie del Pd, grande affluenza: Matteo Renzi vince con oltre il 70%
Si sono svolte ieri le primarie per eleggere chi guiderà il Pd. La vittoria è andata a Matteo Renzi. Il dato più interessante è l’affluenza che si è attestata di poco sotto i due milioni. Secondo i dati forniti su twitter da YouTrend Renzi ha conquistato oltre il 70% dei consensi, Orlando si attesta sopra il 20% e Emiliano all’8%.
Cosa succede adesso
Ora il Partito democratico ha nuovamente un segretario e si pensa al futuro. Renzi ha dichiarato che “le primarie hanno chiuso un percorso fatto di tanti litigi”. Il neosegretario ha postato sui social un messaggio in cui ringraziava “questa comunità” e parlava di “una responsabilità straordinaria!!”.
Renzi, parlando al Nazareno, ha spiegato: “Noi abbiamo bisogno di dire oggi che ha detto tutto il Partito democratico che non si è vergognato delle cose fatte in questi anni, dalla legge sullo scoutismo a quella sulle unioni civili. Il Jobs Act – ha detto ancora – è una delle cose più di sinistra fatte in questo Paese”. Poi ha concluso: “Il congresso segna l’inizio di una fase nuova, non è la rivincita, ma una storia nuova, un foglio bianco”.
Battaglia sulla legge elettorale
Il Movimento 5 stelle ha aperto a un confronto con il Pd in commissione ma nega per ora che la merce di scambio sia un premio al partito al 35%: sul tavolo c’è il ‘Legalicum’, la richiesta è di “ridare sovranità piena ai cittadini e al tempo stesso ragionando su eventuali correttivi di governabilità”.
Renzi, da canto suo, non chiude eventualmente ad un premio più basso e neanche a togliere i capilista bloccati. L’ipotesi di partenza dunque è quella di estendere l’Italicum anche al Senato con delle modifiche anche sulle soglie di sbarramento.
A quando il voto
Quando ci sarà il voto è ancora presto per dirlo. Ieri Gentiloni, rilanciando la sua immagine di premier al servizio “per rassicurare il Paese” e di uomo targato Pd, ha ribadito che occorrerà completare le riforme. Ma la finestra del voto anticipato resta aperta e i dem renziani continuano a ritenere controproducente varare una manovra finanziaria per poi recarsi alle urne.
Sulla durata della legislatura a decidere saranno il presidente del Consiglio Gentiloni e il Capo dello Stato Mattarella. Tanti gli ostacoli sulla via delle elezioni anticipate, a cominciare dalla eventualità di arrivare all’esercizio provvisorio. Dipenderà poi dal dibattito sulla legge elettorale, perchè i dem continuano a ritenere che in realtà i Cinque stelle non vogliono alcun accordo.
Il primo passaggio è stato quello delle primarie che ha consegnato all’ex premier un consenso molto alto. Adesso tutti dovranno fare i conti con un segretario forte in grado di rilanciare il Pd.