Tutto pronto per la laurea, ma non era vero: giovane si suicida

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Era tutto pronto per festeggiare la laurea di Alberto, il papiro, il regalo, il rinfresco. Gli amici e i genitori gli avevano preparato una bella festa. Invece lui, con lucida follia, si è lanciato sotto un treno senza lasciare neanche un biglietto.

Quella bugia portata avanti per anni si è trasformata in un’angoscia che lo ha divorato. La tragedia di un ragazzo di 22 anni di Badia Polesine, in provincia di Rovigo. Piuttosto che confessare ai genitori e agli amici la verità sul suo finto percorso universitario, ha deciso di togliersi la vita.
È successo la sera prima di San Valentino, tanto che pareva che il gesto fosse causato da una delusione d’amore. La verità era un’altra: anzicchè svelare il bluff, ha scelto di lanciarsi sotto un treno.

Sconvolti gli amici del giovane: «Mai mi sarei aspettato un gesto di questo tipo.- dice un amico –  Penso nessuno se lo aspettasse. Né noi amici né, tantomeno, la famiglia. Oggi doveva laurearsi in Ingegneria civile e ambientale a Ferrara. Poi ieri sera abbiamo saputo della tragedia. Fino a ieri pomeriggio eravamo d’accordo di andare oggi alla discussione, per festeggiarlo».

La storia di Alberto è una storia di solitudine e incomunicabilità tra i giovani e le famiglie, sarebbe bastato un dialogo schietto con i genitori per scongiurare una tragedia che lascia sgomenti tutti, come gli altri due suicidi che si sono consumati nelle ultime 24 ore.

Aveva sedici anni il liceale di Genova che lunedì pomeriggio si è gettato giù dal balcone di casa davanti agli occhi della madre. I finanzieri l’avevano avvicinato all’uscita di scuola e gli avevano trovato addosso un pezzetto di hashish. Accompagnato nella sua abitazione per una perquisizione domiciliare, era stato lui stesso a consegnare alle Fiamme gialle dieci grammi di fumo, nascosti in casa.

Era invece una diciasettenne, la ragazzina che nel Milanese, durante un viaggio con il padre in auto, si è slacciata all’improvviso le cinture di sicurezza prima di buttarsi fuori dall’abitacolo in corsa ed essere travolta da un tir.

E ora il dramma di Rovigo: un ventiduenne che si è gettato sotto un Frecciarossa alla stazione. Oggi si sarebbe dovuto laureare, come aveva detto ad amici e parenti. Ma era tutto falso.

La dinamica

Alberto ha aspettato 35 minuti sulla banchina del binario 2, poi alle 20.50 si è spostato al binario 3 e si è gettato sotto il Frecciarossa diretto a Venezia che viaggiava ad oltre 100 km all’ora.  Il conducente del treno non ha potuto evitarlo. Quando gli agenti della Polfer e della Volante sono intervenuti, assieme al medico del 118, si sono trovati davanti ad una scena raccapricciante. A terra era rimasto un portafogli, attraverso il quale gli agenti sono riusciti a risalire all’identità della vittima.
«Nostro figlio non era depresso. Al contrario, proprio oggi avrebbe dovuto sostenere la discussione della sua tesi di laurea in Ingegneria», hanno detto i genitori agli agenti della Polfer con le mani alla testa. Un controllo al suo libretto universitario e una telefonata in facoltà, hanno spiegato più di mille parole lasciate su un biglietto d’addio mai scritto.

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