Ragazze madri, diritti per il figlio e gli obblighi del padre
Essere ragazze madri può diventare un problema sociale, in termini di riconoscimento di diritti. La legge cerca di far fronte a questo problema imponendo obblighi per il padre; dall’altro lato, stabilendo dei sussidi a carico dello Stato come il bonus bebè, l’assegno statale a carico dell’Inps in favore delle donne con reddito ridotto o disoccupate.
Rapporti con il padre del bambino
Quest’ultimo ha il dovere di riconoscere il figlio. Non può sottrarsi a tale obbligo neanche se ha ricevuto il consenso della madre.
L’uomo che non riconosce il figlio nato da un rapporto di fatto può essere citato in causa dalla madre del bambino o dal figlio stesso divenuto maggiorenne, con la cosiddetta “azione di riconoscimento della paternità” per la quale non ci sono termini.
La prova della paternità non può essere costituita dal semplice fatto che l’uomo e la donna si frequentavano, né dall’esistenza di rapporti sessuali tra questi.
Di solito, si procede all’esame del Dna. Ma se il padre rifiuta di sottoporsi al prelievo del sangue il suo comportamento viene considerato una sorta di ammissione di responsabilità e tanto basta al giudice per dichiarare la sua paternità.
Diritto al mantenimento
La donna può pretendere che l’uomo le dia i soldi per provvedere a far crescere il bambino.
L’obbligo di mantenimento ricade su entrambi in genitori, ma in proporzione alle rispettive capacità economiche.
Il fatto che l’uomo sia senza reddito, disoccupato o con stipendio basso non lo giustifica dal trovare una occupazione che gli consenta di versare il mantenimento al figlio. Diversamente risponde del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Se il padre non vuol provvedere al mantenimento del figlio, la ragazza madre può agire nei suoi confronti con una denuncia ai carabinieri e con un ricorso al giudice civile affinché quantifichi l’importo da versare in favore del figlio.
Assistenza sociale
Il primo diritto per la ragazza madre è l’assegno di maternità. Attualmente, chi ha un Isee non superiore a 7mila euro ha diritto a 320 euro al mese per il primo figlio ed a 400 euro al mese per il secondo.
Chi ha l’Isee superiore a 7mila euro ma inferiore a 25mila euro ha diritto a 160 euro mensili. Il bonus può essere erogato solo se il bambino non ha più di 5 anni.
La domanda va inoltrata all’Inps anche in via telematica o con il contact center.