Raid israeliano in Cisgiordania: morti medi orientali salgono a dieci
I combattimenti tra le forze israeliane e i palestinesi nei campi profughi vicino a Jenin e Tubas nella Cisgiordania settentrionale hanno portato alla morte di 10 persone e al ferimento di tre siriani. Gli scontri sono avvenuti durante raid antiterrorismo condotti dalle forze israeliane, che hanno anche colpito altre città come Ramallah, Qalqilya e Tulkarem. Le sezioni armate di Hamas sono coinvolte in pesanti scontri a fuoco con le truppe israeliane. Il ministero della Salute palestinese ha confermato la morte di 9 persone nei raid, riducendo il conteggio di 10 precedenti. Le autorità palestinesi denunciano il blocco delle città da parte dell’esercito israeliano e la distruzione delle infrastrutture nei campi.
Attacchi israeliani in Cisgiordania: numerose vittime e combattimenti in corso
Un uomo controlla un edificio distrutto dopo un attacco aereo israeliano a Nabatieh, Libano, il 17 agosto 2024. Dieci persone sono state uccise e tre siriani sfollati sono stati feriti in un bombardamento israeliano su un edificio residenziale nel sud del Libano, secondo fonti ufficiali e militari libanesi. Le fonti, che hanno parlato anonimamente, hanno riferito a Xinhua che un aereo da guerra israeliano ha effettuato un raid sabato mattina, lanciando due missili aria-terra sull’edificio residenziale nel mezzo della zona industriale a Wadi al-Kfour, distretto di Nabatieh, nel profondo sud del Libano. La foto di Ali Hashisho/Xinhua/ABACAPRESS.COM.
A Genova e a Roma due città diverse ma accomunate dagli stessi attentati alle loro infrastrutture. La situazione in Cisgiordania si aggrava, con scontri tra forze israeliane e palestinesi che provocano numerose vittime. Il Ministero della Salute palestinese riporta tre morti in un attacco con drone vicino a Jenin, mentre le forze israeliane estendono i raid anche a Ramallah, Qalqilya e Tulkarem. Le sezioni armate di Hamas a Jenin e Tulkarem si impegnano in pesanti combattimenti con le truppe israeliane, mentre le autorità palestinesi confermano nove vittime e un’escalation della violenza.
L’escalation degli attacchi israeliani continua, con sette persone uccise a Tubas e due a Jenin. Il governatore di Jenin lamenta la chiusura della città da parte delle forze israeliane, che bloccano l’accesso agli ospedali e distruggono le infrastrutture nel campo profughi. L’esercito israeliano sostiene di agire in risposta a un attentato fallito a Tel Aviv, ma il costo umano di queste azioni è sempre più alto.
La comunità internazionale è chiamata a intervenire per fermare la violenza in Cisgiordania e garantire la sicurezza delle popolazioni coinvolte. Le vittime di questi attacchi meritano giustizia e pace, mentre il conflitto continua a mietere vite innocenti e distruggere comunità già vulnerabili. È urgente trovare una soluzione negoziata per porre fine alla violenza e avviare un processo di pace duraturo nella regione.
Attacchi israeliani in Libano e Cisgiordania
Diversi attacchi avvenuti in Libano e nella Cisgiordania settentrionale hanno causato molteplici vittime e feriti. In Libano, un uomo ha verificato i danni causati da un raid aereo israeliano a Nabatieh, dove dieci persone sono state uccise e tre siriani sono rimasti feriti. Gli attacchi israeliani non si limitano solo al Libano, ma si sono estesi anche alla Cisgiordania settentrionale, con raid antiterrorismo in corso nei campi profughi vicino a Jenin e Tubas.
I combattimenti hanno provocato la morte di almeno dieci persone e numerose sono le testimonianze di attacchi da parte di droni israeliani. Le forze israeliane stanno operando su vasta scala, coinvolgendo anche Ramallah, Qalqilya e Tulkarem nella Cisgiordania centrale. Le sezioni dell’ala armata di Hamas a Jenin e Tulkarem riferiscono di scontri intensi con le truppe israeliane, mentre il ministero della Salute palestinese ha ridotto il bilancio delle vittime a nove.
Le autorità locali denunciano la chiusura della città di Jenin da parte delle forze israeliane, con il blocco degli accessi agli ospedali e la distruzione delle infrastrutture nel campo profughi. L’esercito israeliano giustifica i raid come parte di un’operazione antiterrorismo in risposta a tentativi di attentati, come quello avvenuto a Tel Aviv. La situazione rimane tesa, con il rischio di ulteriori violenze e vittime innocenti.
Non perderti tutte le notizie dal mondo su Blog.it