Referendum, chiunque vinca Italia spaccata. Veleni sul voto all’estero

Domenica 4 dicembre, gli italiani sono chiamati alla urne per votare il referendum di riforma costituzionale. Intanto, concluse le operazioni di voto degli italiani all’estero, oggi è il giorno di silenzio elettorale. Urne aperte dalle 7 alle 23 per 51 milioni di elettori, di cui 3,5 milioni all’estero. Chiunque vinca, l’Italia è spaccata. Con il successo del No il premier Matteo Renzi potrebbe “salire” al Quirinale.

Il referendum è valido anche in caso di bassa affluenza alle urne trattandosi di un referendum confermativo di una legge costituzionale approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi del Parlamento (se l’«asticella» fosse stata superata non sarebbe stato possibile chiedere la consultazione popolare). Il quorum di validità (50% più uno degli aventi diritto) è richiesto solo per il referendum abrogativo.

Questo il testo che si legge sulla scheda elettorale: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel (Consiglio dell’economia e del lavoro, ndr) e la revisione del Titolo V (rapporti Stato-Regioni,ndr) della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato in gazzetta Ufficiale n. 88 del il 15 aprile 2016?»

Chi andrà a votare dovrà esprimere il suo voto barrando il (se è favorevole alla riforma costituzionale), oppure No (se intende bocciare il ddl Boschi).

Cosa prevede la riforma costituzionale? Segnerebbe la fine del bicameralismo perfetto. La Camera dei Deputati avrebbe molti più poteri rispetto al Senato, che sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli regionali.  Oltre a ridurre il numero dei senatori e a cambiare le funzioni del Senato, ci sarebbero modifiche anche per i poteri dell’esecutivo, per i compiti delle Regioni, cambierebbero le regole per l’elezione del capo dello Stato, per le leggi di iniziativa popolare e per i referendum, si eliminerebbe il Cnel e le province.

Se vince il NO

Se la maggioranza degli italiani voterà No la riforma della Costituzione non verrebbe approvata e di conseguenza nessuna delle modifiche previste dalla Legge Boschi entrerebbe in vigore:

  • nessuna cancellazione del CNEL;
  • nessuna riduzione del numero dei senatori;
  • il Parlamento sarà ancora caratterizzato da un bicameralismo paritario;
  • il TESTO DEL TITOLO V sarà quello approvato con la riforma del 2001;
  • senatori eletti e non nominati;
  • le Province non saranno eliminate.

Se vince il SI

  • riduzione del numero di senatori;
  • solo la Camera dei Deputati potrà concedere, o togliere, la fiducia al Governo;
  • il Senato avrà competenza legislativa piena solamente sulle leggi di sua diretta competenza e su quelle Costituzionali;
  • non ci saranno più i senatori a vita;
  • il Presidente della Camera diventerà la seconda carica dello Stato;
  • nuova riforma del Titolo V della Costituzione. Tornano allo Stato, infatti, alcune competenze come energia, infrastrutture e protezione civile.

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