Ricercatori italiani scoprono proteina che predice l’aggravarsi della Sla
Grande passo avanti della medicina. Alcuni ricercatori italiani hanno scoperto una proteina che predice l’aggravarsi della sclerosi laterale amiotrofica. Lo studio è stato spiegato e pubblicato oggi su Jama Neurology.
Il neurologo Christian Lunetta spiega la scoperta
Il neurologo del centro clinico NeMO di Milano, Christian Lunetta, spiega a Repubblica: “Siamo partiti dai risultati di uno studio americano del 2015 sull’efficacia del farmaco NP001. Quello studio aveva avuto esito negativo, ma ci siamo accorti che una parte della popolazione esaminata, in realtà, aveva mostrato una risposta interessante al farmaco: un rallentamento nella progressione della malattia. Allora abbiamo voluto indagare su cosa distinguesse chi rispondeva di più al farmaco, perché la Sla è una malattia eterogenea, che richiederà terapie sempre più mirate su gruppi particolari di pazienti. Nel nostro caso, siccome il farmaco NP001 ha una funzione anti-infiammatoria, il sospetto era che lo stato di infiammazione del paziente avesse un ruolo determinante”.
Lunetta prosegue: “Nel paziente con Sla, un valore di CRP superiore a 0.2 mg/dL indica un processo infiammatorio non periferico, ma attivo nel sistema nervoso centrale, che è la punta dell’iceberg del più dannoso processo della neurodegenerazione. Ora bisognerà ripetere l’esperimento su una popolazione di dieci volte più ampia. Se otterremo lo stesso risultato, potremo dire di avere il primo biomarker sanguigno per la prognosi della sclerosi laterale amiotrofica. Ovvero uno strumento in più a disposizione degli specialisti che seguono i pazienti con questa patologia: anche quando si vede il paziente per la prima volta, questo parametro potrà aiutare a prevedere l’andamento della malattia e la risposta al farmaco, e quindi a pianificare in modo più accurato sia l’approccio terapeutico che la frequenza dei controlli”.