Rischio epidemia ulcera carnivora: molti casi registrati in Australia

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Rischio epidemia ulcera carnivora. Sta seminando panico in Australia un misterioso batterio mangiacarne che sembrerebbe divorare letteralmente lo stomaco delle persone provocando appunto l’ulcera carnivora o ulcera di Buruli. Ciò che spaventa il mondo medico è la sua inarrestabile diffusione.

Rischio epidemia ulcera carnivora: aumento dei casi del 400%

Gli esperti spiegano che questo batterio, il  Mycobacterium  ulcerans, ha origini africane, ma visto la sua diffusione in Australia, dove ha fatto registrare un aumento dei casi del 400% negli ultimi quattro anni, si ipotizza una sua trasmissione tramite gli animali, in particolare gli insetti che si trovano nell’acqua, visto che le comunità più colpite dall’ulcera carnivora vivono nei pressi di fiumi e paludi.

L’infettivologo Daniel O’Brien ha dichiarato che il rischio di infezione sembra aumentare durante i mesi caldi, quindi durante la stagione estiva, quando aumentano gli insetti che pungono, come appunto le zanzare, le possibili  “colpevoli” dell’epidemia.

Rischio epidemia ulcera carnivora: sintomi dell’infezione

L’infezione inizialmente si manifesta con un piccolo nodo sottocutaneo, duro, indolore e mobile, che poi aumenta di dimensione diventando un’ulcera. Se non curata in tempo, può portare a deformità e  disabilità. Le parti del corpo colpite sono pelle e le ossa, concentrandosi maggiormente su gambe, braccia e talvolta anche il viso. Colpisce tutte le fasce di età, dai bambini agli anziani.

L’ulcera può essere curata tramite antibiotici,ma quando questi non bastano, occorre intervenire chirurgicamente per rimediare alla deturpazione che il batterio ha provocato.

Rischio epidemia ulcera carnivora: fondamentale individuare le cause di diffusione

Finchè non si capisce come questa malattia viene trasmessa, è difficile combatterla, ecco perchè i medici australiani hanno fatto un appello attraverso il Medical Journal of Australia con cui chiedono dei finanziamenti governativi per determinare le cause della diffusione del batterio killer.

Le autorità sanitarie sperano infatti che la diffusione del batterio non oltrepassi i confini australiani, arrivando anche in Europa. Il professore O’Brien afferma che “occorre un esame approfondito ed esaustivo dell’ambiente, della fauna locale, del comportamento e delle caratteristiche umane e delle interazioni tra loro”.

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