Risorse statali per liste d’attesa inutilizzate in Lazio: 61 milioni di euro non utilizzati

Risorse statali per liste d’attesa inutilizzate in Lazio: 61 milioni di euro non utilizzati

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La situazione sanitaria italiana è al centro dell’attenzione di Fuori dal Coro, che rivela la gestione disastrosa delle liste d’attesa regionali. Nonostante il governo abbia stanziato 800 milioni di euro, molte Regioni hanno accantonato più del 30% di questi fondi. Molti italiani faticano a curarsi a causa della mancanza di risorse, con 45,8 miliardi di euro spesi nell’ultimo anno. Solo due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Toscana, hanno gestito in modo virtuoso le liste d’attesa, mentre altre come il Molise e la Calabria hanno lasciato inutilizzate un’enorme quantità di fondi. La situazione è allarmante e richiede urgenti interventi.

La gestione delle liste d’attesa nella sanità italiana: una situazione critica

La diretta di Fuori dal Coro ha messo in luce la problematica gestione delle liste d’attesa regionali nella sanità italiana, con alcune rivelazioni scioccanti. Nonostante il Governo abbia stanziato 800 milioni di euro per affrontare il problema, oltre il 30% di tali fondi sono stati accantonati dalle Regioni anziché utilizzati per ridurre le lunghe attese.

Un recente rapporto della Fondazione GIMBE ha evidenziato che milioni di italiani faticano a curarsi a causa della mancanza di fondi, nonostante abbiano contribuito con le proprie tasse al Servizio Sanitario Nazionale. Negli ultimi anni, i cittadini italiani hanno speso circa 45,8 miliardi di euro per cure mediche, registrando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, mentre il SSN ha subito tagli per 37 miliardi tra il 2000 e il 2019.

Inoltre, un report ha rivelato che le Regioni hanno accantonato 268 milioni di euro destinati alle liste d’attesa sanitarie, dimostrando un utilizzo scorretto dei fondi elargiti dallo stato. Solo alcune regioni, come l’Emilia-Romagna e la Toscana, hanno gestito in modo corretto le risorse, mentre altre come il Molise e la Calabria hanno lasciato inutilizzati gran parte dei fondi.

La situazione delle liste d’attesa è quindi critica, con alcune regioni che hanno mostrato virtuosità nella gestione delle risorse e altre che hanno fallito nel garantire tempi di attesa accettabili per i pazienti. È necessario un intervento urgente per risolvere questa problematica e garantire un accesso equo e tempestivo alle cure mediche per tutti i cittadini italiani.

La gestione disastrosa delle liste d’attesa nella sanità italiana

La situazione della sanità italiana è stata al centro dell’attenzione durante la diretta di Fuori dal Coro, che ha svelato nuovi dettagli sulla gestione delle liste d’attesa regionali. Nonostante il Governo abbia stanziato 800 milioni di euro per affrontare il problema, molte Regioni hanno preferito accantonarne oltre il 30%, lasciando le liste d’attesa a crescere in modo spropositato.

Il recente rapporto della Fondazione GIMBE ha evidenziato che circa 4,5 milioni di italiani hanno difficoltà a curarsi a causa della mancanza di fondi. Nel corso dell’ultimo anno, i cittadini italiani hanno speso quasi 45,8 miliardi di euro per cure mediche, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Questo, senza dimenticare i 37 miliardi di tagli al Servizio Sanitario Nazionale dal 2000 al 2019.

Fuori dal Coro ha rivelato che molte Regioni hanno accantonato circa 268 milioni di euro destinati alle liste d’attesa, peggiorando ulteriormente la situazione. I fondi elargiti sono stati utilizzati in modo scorretto, con un accantonamento superiore al 30% al 31 dicembre 2023, nonostante l’emergenza delle liste d’attesa sanitarie.

Analizzando i dati di Fuori dal Coro, emerge che solo due regioni, l’Emilia-Romagna e la Toscana, sono riuscite a gestire in modo efficiente le proprie risorse per le liste d’attesa. Al contrario, regioni come il Molise e la Calabria hanno accantonato la maggior parte dei fondi, contribuendo all’aggravarsi della situazione nella sanità pubblica italiana.

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