Ritrovati i corpi di Susanna Recchia e della figlia Mia: la tragica lettera di addio e il presunto omicidio-suicidio
Un tragico omicidio-suicidio ha sconvolto la comunità del Trevigiano, dove i corpi di Susanna Recchia e della sua piccola figlia Mia sono stati ritrovati abbracciati sulle rive del Piave. Secondo gli investigatori, la donna potrebbe aver addormentato la bambina prima di gettarsi nelle acque del fiume. Recchia aveva lasciato una lettera di commiato ai figli e al compagno, da cui si era separata un mese prima. Segnata da un trauma passato, forse legato alla morte di un’amica, Recchia ha scelto di porre fine alla sua vita e a quella della sua piccola, lasciando dietro di sé solo dolore e interrogativi.
Tragedia sul Piave
Il tragico ritrovamento dei corpi di Susanna Recchia, 45 anni, e della sua piccola figlia Mia, abbracciati sulla ghiaia bagnata di un isolotto del Piave nel Trevigiano, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Secondo gli investigatori, si tratta di un caso di omicidio-suicidio. La donna potrebbe aver addormentato la figlia prima di gettarsi nelle acque del fiume, causando così una tragedia senza precedenti.
Tutto è avvenuto venerdì scorso, quando il compagno di Susanna Recchia si è recato a casa per prendere Mia, come concordato con la donna. Tuttavia, nessuno ha risposto e l’uomo ha fatto una scoperta agghiacciante: sulla tavola c’erano i cellulari, il portafoglio e una lettera di addio firmata da Susanna Recchia. Un gesto che ha lasciato attoniti tutti coloro che conoscevano la donna.
Susanna Recchia, igienista dentale di Moriago, aveva alle spalle una storia dolorosa legata alla morte della sua migliore amica in un incidente d’auto. Un evento che l’aveva profondamente segnata e contribuito a creare un clima di depressione e paura nella sua vita. La presunta motivazione dietro il gesto estremo della donna rimane avvolta nel mistero, lasciando sgomenti familiari e amici.
Dalle prime ricostruzioni, emerge che Susanna Recchia potrebbe essersi lasciata scivolare nelle acque del Piave da un punto diverso dal ponte di Vidor, dove era stata ritrovata la sua auto abbandonata. Un gesto premeditato e tragico che ha sconvolto una comunità intera, lasciando dietro di sé un dolore inspiegabile e un’infinita tristezza.
Tragedia sulle rive del Piave
La tragica scoperta dei corpi di Susanna Recchia e della sua piccola figlia Mia, abbracciati sul terreno umido di un isolotto sul fiume Piave, ha scosso profondamente la comunità trevigiana. Le circostanze del loro decesso hanno lasciato tutti sgomenti.
Le indagini svolte dagli investigatori hanno rivelato dettagli scioccanti: è emerso che Susanna potrebbe aver addormentato la figlia prima di compiere l’atto estremo di gettarsi nelle acque del fiume. Il procuratore di Treviso ha definito l’accaduto come un “omicidio-suicidio”, attribuendo l’azione alla grave forma di depressione che affliggeva la donna.
I dettagli sulle ultime ore di Susanna Recchia gettano ulteriore luce sulla tragedia: la donna aveva lasciato una lettera di addio al compagno, indicando che avrebbe fatto prendere la figlia il giorno successivo. Tuttavia, la mattina seguente il compagno ha trovato la casa deserta, con solo una lettera di commiato sul tavolo.
La comunità locale è sconvolta dalla notizia, poiché Susanna Recchia era una figura conosciuta e rispettata nella zona. Il suo passato segnato da eventi traumatici, come la perdita di una cara amica in un incidente d’auto, potrebbe aver contribuito al suo tragico destino.
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