Rohingya, nuovo naufragio di profughi: ci sono morti e dispersi

Rohingya, nuovo naufragio di profughi: ci sono morti e dispersi

Altra strage di Rohingya, forse la più grande tragedia dell’esodo. Sono almeno 12 le persone morte a bordo di una barca carica di rifugiati Rohingya che si è ribaltata. E’ solo l’ultima in ordine di tempo a colpire quanti fuggono dalle violenze nello stato di Rakhine in Myanmar.

Un dirigente della polizia locale ha detto che il naufragio è avvenuto vicino alla città costiera di Cox’s Bazar mentre la barca si stava dirigendo verso il Bangladesh. Sembra che  i Rohingya a bordo del barcone sovraffollato hanno cercato di attraversare il fiume in un punto in cui le acque erano particolarmente vorticose e questo ha causato la tragedia.

La barca trasportava oltre cento persone

La guardia costiera e gli agenti alla frontiera hanno riferito che c’erano oltre cento persone a bordo della barca quando è affondata nel fiume Naf, che separa Myanmar dal Bangladesh.

Sono ancora tantissimi i dispersi. Le ricerche e i soccorsi sono andati avanti tutta la notte e la polizia ha recuperato dodici corpi: dieci bambini, un’anziana e un uomo. La minoranza perseguitata. I Rohingya sono una minoranza di religione musulmana che vive nello Stato di Rakhine .

Parlando per la prima volta della crisi con un comunicato diffuso dal suo ufficio, lo scorso 25 agosto, Aung San Suu Kyi aveva detto che le ‘fake news’ erano messe in giro ad arte per “creare moltissimi problemi tra le diverse comunità” e per promuovere “l’interesse dei terroristi”.

L’accusa di Malala al premio Nobel

L’attivista pakistana e musulmana, Malala Yousafzai ha aspramente criticato la ‘collega’ per ignorare la ‘pulizia etnica’ in atto contro la minoranza musulmana nei Rohingya. “Ogni volta che leggo le notizie il mio cuore si spezza per le sofferenze del musulmani Rohingya in Myanmar”, ha denunciato Malala, sopravvissuta miracolosamente ad un tentativo di assassinio da parte dei talebani locali in Pakistan quando a soli 15 anni nel 2012 lottava per dell’educazione femminile.

Dal 25 agosto scorso oltre 500.000 rohingya hanno abbandonato lo Stato birmano di Rakhine per sottrarsi alla repressione dell’esercito locale.

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