Saman Abbas: condannato per l’omicidio sono il padre Shabbar, la madre Nazia e lo zio Danish
La notte del 30 aprile 2021, Saman Abbas scompare da Novellara, l’ultima immagine la vede fuori casa. Suo padre e sua madre vengono condannati all’ergastolo per averla “accompagnata a morire”, ostacolandola nell’amore con il fidanzato pakistano Saqib. Tra gli imputati anche lo zio e due cugini. Dopo una lunga latitanza in Pakistan, i genitori vengono estradati in Italia per il processo. Nonostante le loro negazioni, le prove li indicano come responsabili dell’omicidio. La madre potrebbe essere stata l’esecutrice materiale. Dopo un iter complicato, entrambi sono condannati all’ergastolo nel dicembre del 2023, chiudendo il capitolo giudiziario sulla morte di Saman.
Il caso di Saman Abbas: l’atroce omicidio dell’adolescente pakistana
La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, Saman Abbas, una 18enne pakistana residente a Novellara (Reggio Emilia), scomparve misteriosamente dalla sua abitazione insieme alla sua famiglia. L’ultima immagine di lei, ripresa da una telecamera di sorveglianza, è diventata tristemente nota alle cronache nazionali e rappresenta, secondo l’accusa, l’atto finale della sua “condanna a morte”.
I giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia hanno condannato in primo grado all’ergastolo il padre, Shabbar Abbas, e la madre, Nazia Shaheen, per aver “accompagnato letteralmente Saman alla morte” per impedirle di fuggire di casa e vivere la sua relazione con il fidanzato Saqib. Dietro l’omicidio si intravede la resistenza di Saman al matrimonio combinato dalla famiglia in Pakistan con un cugino non amato.
Il processo ha coinvolto anche altri familiari, come due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, entrambi assolti, e lo zio della vittima, Danish Hasnain, condannato a 14 anni di reclusione. È stato lo zio a rivelare il luogo in cui il cadavere di Saman è stato trovato oltre un anno dopo, sepolto in un casolare abbandonato vicino alla sua casa.
La madre, Nazia Shaheen, estradata dal Pakistan dopo essere stata condannata all’ergastolo, potrebbe aver avuto un ruolo attivo nell’esecuzione del delitto. Il padre, Shabbar Abbas, insieme alla moglie, fuggì in Pakistan dopo la scomparsa di Saman. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo e lo zio Danish Hasnain a 14 anni di reclusione.
Il lungo percorso per riportare i genitori di Saman in Italia per il processo è stato complicato, con l’uomo arrestato un anno e mezzo dopo l’omicidio e la donna estradata con maggiore rapidità. Nonostante negassero il coinvolgimento nell’omicidio, le prove investigative li hanno collocati al centro del piano per uccidere la ragazza. La condanna all’ergastolo emessa nel dicembre 2023 ha finalmente suggellato il primo capitolo giudiziario su questo terribile crimine.
La tragica vicenda di Saman Abbas: un omicidio controverso e una lunga battaglia legale
La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, Saman Abbas, giovane pakistana di 18 anni residente a Novellara (Reggio Emilia), scomparve misteriosamente. Le immagini di una telecamera di sorveglianza la mostrarono per l’ultima volta fuori dalla sua abitazione, in un evento che si rivelò essere il preludio al suo tragico destino. Secondo l’accusa, alcuni parenti tra cui i genitori della ragazza avrebbero pianificato la sua “condanna a morte”, motivati dal desiderio di impedirle di vivere la sua storia d’amore con il fidanzato Saqib.
I giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia hanno condannato in primo grado all’ergastolo il padre, Shabbar Abbas, e la madre, Nazia Shaheen, ritenendoli responsabili di aver accompagnato letteralmente Saman alla sua fine. La giovane aveva manifestato la volontà di fuggire di casa per sfuggire a un matrimonio combinato in Pakistan con un cugino che non amava, scelta che la mise in contrasto con la sua famiglia.
La vicenda si è complicata ulteriormente con l’implicazione di altri familiari, tra cui due cugini della ragazza e lo zio Danish Hasnain, quest’ultimo condannato a 14 anni di reclusione per il suo ruolo nell’omicidio. Proprio grazie alle sue rivelazioni, il cadavere di Saman fu ritrovato oltre un anno dopo, sepolto in un casolare abbandonato vicino alla sua abitazione.
La lunga e complessa indagine ha portato a un processo che ha coinvolto anche i genitori e gli altri parenti coinvolti nell’omicidio. Shabbar e Nazia sono stati condannati all’ergastolo, mentre Danish è stato condannato a 14 anni di reclusione. La madre sarebbe stata indicata come esecutrice materiale del delitto, mentre i genitori hanno tentato una fuga in Pakistan per sfuggire alla giustizia, ma sono stati estradati in Italia per rispondere delle loro azioni davanti alla legge.
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