Sanità, Mantovani indagato per peculato: sequestrati 1,3 mln di euro
Ancora guai per l’ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani. Il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano sta eseguendo un sequestro dei suoi beni per oltre 1,3 milioni di euro.
Mantovani era già stato arrestato nell’ottobre del 2015 per corruzione, concussione e turbativa d’asta, indagato, assieme ad altre 9 persone, per peculato in un nuovo filone di inchiesta. Il sequestro, disposto dal gip Teresa De Pascale, è legato alla sua fondazione e a onlus a lui riconducibili.
La nuova accusa: affitti pagati con contratti fittizi
Le onlus del gruppo Sodalitas e della Fondazione Mantovani, che gestiscono case di riposo e che beneficiano di finanziamenti regionali, avrebbero pagato affitti con contratti fittizi per due immobili riconducibili a Mario Mantovani e alla moglie per un totale di 1,3 milioni dal 2008 fino al marzo scorso.
La Gdf ha sequestrato soldi su conti correnti, la settecentesca Villa Clerici di Rovellasca a Cuggiono (Milano) e un appartamento in via Veniero a Milano. Le onlus pagavano gli affitti con fondi pubblici a una società riconducibile a Mantovani, la Spem, e alla moglie del politico senza usare i locali. Cinque enti versavano 15mila euro ciascuno all’anno per la villa, mentre per l’abitazione sono stati intascati 13mila euro all’anno da ciascuno degli affittuari.
Villa Clerici al centro dell’inchiesta
E’ stato proprio indagando sulla prestigiosa villa vincolata dalla Soprintendenza dei Beni culturali che si è arrivati alle nuove accuse. Durante le perquisizioni, seguite all’arresto di Mantovani, gli inquirenti si erano resi conto che, sebbene la struttura fosse adibita in teoria a sede di una onlus, non venivano svolte attività a sostegno alle fasce più deboli della popolazione, come da statuto. Secondo il pm Polizzi, sarebbe stata in questo modo violata la legge che disciplina il funzionamento delle onlus in base alle quale esse non possono distribuire gli utili ai soci ma i profitti devono essere reinvestiti per le attività delle organizzazioni.
Invece Mantovani ne avrebbe tratto un lucro attraverso le operazioni fittizie. Tutti gli indagati rispondono di peculato perché sono considerati dalla procura incaricati di pubblico servizio e Mantovani viene ritenuto ideatore e dominus del presunto sistema illecito. Il reato viene contestato anche alla moglie del consigliere regionale, Marinella Restelli. E’ a lei che è intestato l’appartamento milanese in via Veniero.