Sanremo 2017: la terza serata vissuta dal teatro
La giornata di ieri a Sanremo – la terza – è stata particolarmente emozionante per me: ho avuto modo di seguire il Festival direttamente dal teatro, seduta in platea.
Chi guarda il festival da quando è piccolo potrà capirmi: è stato come entrare dentro un sogno e vederlo realizzato.
Ecco cosa mi ha colpito di più:
La grandezza del teatro
La televisione ha il potere di farti apparire tutto imponente e quando, seduta sul divano davanti alla televisione, vedi i cantanti visibilmente agitati, immagini che siano su un palco mega galattico e che davanti a loro abbiano una platea infinita. E invece il teatro è davvero piccolo e intimo, quasi confortante. Così si sente il pubblico in platea: a casa. Ed è davvero una piacevolissima sensazione.
Si balla e si canta
Proprio perché mi sentivo a casa, io mi sono scatenata! Durante la prima serata, quando ho visto la platea troppo poco partecipativa davanti a un Ricky Martin che, invece, si stava stracciando le vesti e sudando sette camice tentando di coinvolgere tutti, ho pensato che fosse un peccato: tutti troppo compiti. Ho pensato non stessero godendo appieno di quel privilegio.
Ecco perché io non mi sono trattenuta: da “La pelle nera” di Sergio, alla cover Susanna di Gabbani, ho cantato a squarciagola i successi di Mika e ho fischiettato “Lost on you” di LP. E tutti voi mi avete scritto, perchè si vede che le telecamere hanno apprezzato e mi hanno inquadrata mentre me la cantavo e me la ballavo. Io mi sono divertita sul serio!
Ci si emoziona con (e come) i bambini
Preparatissima sulle canzoni storiche del Piccolo coro dell’Antoniano, un pensiero rivolto al mio piccolo bimbo, perché è grazie a lui che ero così preparata su ogni strofa. Ho lanciato in aria grandi palloni bianchi e mi sono sentita un po’ bimba anche io.
Poi sono diventata mamma e mi sono emozionata con i bambini. Quelli sudamericani che sono rinati a nuova vita suonando in un’orchestra di strumenti riciclati, sopravvivendo alla spazzatura e sapendola reinventare e sfruttarla a loro vantaggio. Quelli fatti nascere dall’ostetrica record di 92 anni che ha dato la vita a oltre 7600 bambini (il piu vecchio oggi ha 72 anni). Non a caso il suo momento ha raggiunto il massimo del picco di share (15 milioni di ascoltatori).
I vestiti dal vivo sembrano tutti belli
Quando salgono sul palco, gli ospiti e i cantanti sembrano (quasi) tutti ben vestiti. Sarà che non vedi i dettagli, ma avrei promosso quasi tutti, eccezion fatta per la seconda uscita di Maria… non riesco proprio a promuoverla.
Leggi le mie pagelle ai look della terza serata
Le paure di Luca e Paolo
Non sono fra i comici che preferisco, eppure ieri mi hanno stupito e lo hanno fatto proprio quando non hanno cercato di far ridere.
“Oggi abbiamo paura di tutto” – hanno detto. E quanto è vero. La sicurezza in teatro era davvero estrema e sempre più intensificata con il passare degli anni. A raccontarmelo la stessa sicurezza: metal detector, cani, pass e contro pass, documenti di identità sempre alla mano. Triste e anche (davvero) spaventoso.
Le loro paure raccontate in coro, al quale si è aggiunta Maria De Filippi alla fine, fanno riflettere: non sono – ahimè – luoghi comuni. Comuni, invece, quelli che Crozza ha cercato di sdoganare: non è vero che in altri decenni si stava meglio. E in tutti i decenni si è sempre detto la stessa cosa.
I ragazzi amano troppo i propri comodi, mancano di educazione, disprezzano l’autorità, contraddicono i genitori e si comportano da maleducati.
Sapete chi lo scriveva? Platone nel 400 A.C.