Sbarcati a Catania 400 migranti: segni di torture e malnutrizione
Sbarcati a Catania 400 migranti. Un’odissea quella dei migranti arrivati oggi a Catania, i loro volti e i loro corpi parlano di storie di violenze di ogni tipo e malnutrizione. In prevalenza sono somali ed eritrei, approdati a bordo della nave italiana Aquarius di Sos Mediterranee.
Ci sono voluti due giorni per giungere in Italia: sabato sono stati soccorsi nel Mediterraneo, a 24 miglia dalla costa libica, a est di Tripoli. Si trovavano su una barca in legno sovraccarica e in difficoltà.
Sbarcati a Catania 400 migranti: segni di violenze
Molti migranti infatti presentano segni di violenza, malnutrizione, disidratazione. Una donna incinta di nove mesi, che ha avvertito le prime contrazioni a bordo dell’imbarcazione di legno, è stata affidata alle cure dell’ostetrica di Msf.
I sopravvissuti soccorsi facevano parte di uno stesso gruppo detenuto per diversi mesi a Sabratha, poi di recente trasferito a Bani Walid, conosciuto per essere un centro nevralgico del traffico di esseri umani in Libia: “Eravamo tutti nella stessa prigione a Sabratha. Un mese fa, a causa della guerra, siamo stati separati in gruppi di 20 persone, caricati su dei furgoni e trasferiti a Bani Walid e poi ammassati in un’altra prigione dove abbiamo trascorso un mese”.
Costretti ad attendere i libici prima di soccorrere
Costretti ad aspettare prima di intervenire La Ong, Sos Mediterranée, lamenta di aver perso tempo prezioso nel salvataggio dei 421 migranti, nonostante si trovassero in acque internazionali. Secondo quanto racconta Nicola Stalla, coordinatore dei soccorsi, sono passate almeno 4 ore prima che potessero prestare un primo soccorso.
Dalla Guardia Costiera infatti sarebbe arrivato l’ordine di aspettare che arrivassero sul posto le motovedette libiche. Quest’ultime – spiega – non sono mai arrivate. Un tempo interminabile, mentre assistevamo impotenti alle grida d’aiuto. Lo stesso ordine – si apprende – è arrivato in più operazioni di soccorso mentre “osservavamo impotenti le operazioni dei libici che riportavano indietro le persone”.
Venerdi proprio la nave Aquarius è rimasta in stand by per quattro ore a disposizione nonostante avesse individuato due gommoni che navigavano in condizioni di grande rischio. Mentre i migranti disperati chiedevano aiuto.
E Sophie Beau, cofondatrice e vicepresidente di Sos Méditerranée international, accusa: “Questo drammatico avvenimento è stato estremamente duro per i nostri team, costretti ad osservare impotenti operazioni che rimandano in Libia persone che fuggono quello che i sopravvissuti descrivono come un vero inferno e che noi non abbiamo mai cessato di denunciare dall’inizio della nostra missione”.