Sciopero nazionale della scuola, i cortei e le ragioni delle protesta
Lo ‘sciopero generale della scuola’ e’ stato indetto oggi, per protestare contro la riforma della scuola promossa dal governo Renzi (la legge 107 del 2015, la “Buona scuola”, ndr) di cui alcuni decreti delegati dovranno essere definiti dal governo Gentiloni a partire dal prossimo 20 marzo.
È stato promosso dai sindacati Usb, Cobas, Unicobas Scuola, Cub, Orsa, Anief e FederAt e durera’ tutta la giornata. “Una grande giornata di lotta, una giornata riuscita con manifestazioni in tutti i territori, la principale qui a Roma sotto la sede del Ministero. Sono in corso altre nove manifestazioni in tutta Italia che stanno andando benissimo. Questa è la decima”, dicono gli organizzatori dal palco.
Secondo i partecipanti alla protesta la nuova legge 107 di Riforma del Sistema d’Istruzione, detta della “Buona scuola”, dimentica volutamente le profonde ragioni dei Costituenti sostituite dalla palese intenzione di inchinarsi a leggi di mercato che nulla hanno a che fare con il diritto all’istruzione e i principi costituzionali che lo fondano.
Del resto gli effetti del primo anno di applicazione della 107 sono sotto gli occhi di tutti: caos generalizzato, diritto allo studio negato, aule sovraffollate, collegialità mortificata dallo strapotere dei dirigenti e docenti resi subalterni e ricattabili.
Come se non bastasse a Bologna si preparano tempi difficili per il prossimo anno: l’aumento previsto, ma non programmato dalle amministrazioni locali, della popolazione studentesca sarà accompagnato da una ormai cronica carenza di aule, tanto da mettere in forse il diritto di tanti e tante alla scelta del proprio percorso d’istruzione.
A questa già drammatica cornice si aggiungono i nefasti contenuti dei decreti attuativi della legge 107 approvati in tutta fretta e senza alcun confronto con il mondo della scuola. Questi gli effetti immediati:
• Sono aggrediti i diritti dei diversamente abili ai quali vengono negate adeguate attività di sostegno e messo in discussione il diritto al diploma di scuola media;
• vengono ulteriormente favorite le scuole materne private e non garantito il diritto di accesso alla scuola dell’infanzia statale laica e gratuita;
• non è previsto alcun investimento per garantire nuove strutture scolastiche e il diritto allo studio per i meno abbienti
• per ottenere il diploma di scuola superiore studenti e studentesse vengono costretti a superare le prove a quiz Invalsi ed a partecipare a centinaia di ore di attività di alternanza scuola lavoro gratuite e spesso dequalificate;
• i/le nuovi/e insegnanti reclutati/e vengono costretti/e a un periodo di tirocinio sottopagato.
Proteste in molte città
Proteste a Roma: un sit-in davanti la sede del Ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere dalle ore 9.30 e a Montecitorio dalle ore 11.30; a Torino sit-in all’Ufficio scolastico regionale del Piemonte in Corso Vittorio Emanuele dalle ore 9; a Venezia sit-in all’Ufficio scolastico regionale del Veneto in Riva de Biasio dalle ore 10.30; a Bologna manifestazione in Piazza Santo Stefano dalle ore 9.30; a Firenze manifestazione in Piazza San Marco dalle ore 9; a Napoli sit-in in Piazza del Gesù dalle ore 9.30; a Cagliari manifestazione in Piazza Giovanni XXIII dalle ore 9.30; a Bari sit-in all’Ufficio scolastico regionale della Puglia in Via Castromediano dalle ore 10; a Palermo manifestazione in Piazza Politeama dalle ore 9.30; a Catania sit-in in Piazza Stesicoro dalle ore 9.30.