Sclerosi multipla, infusione di cellule staminali neurali: primo caso
Sta bene il primo paziente al mondo con sclerosi multipla ad aver ricevuto un trapianto di staminali neurali, o nervose. L’obiettivo è di riparare i danni al sistema nervoso dovuti alla malattia.
Prima volta al mondo
Nel progetto di ricerca sono stati selezionati 12 malati, arruolati nel trial condotto presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e illustrato al congresso dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della sua Fondazione (Fism).
Questo è il primo al mondo, ed è avvenuto venerdì scorso, a concentrarsi sull’uso di questo particolare tipo di staminali, quelle neurali, ovvero cellule che vanno ad agire sul sistema nervoso centrale e, per questo potenzialmente più efficaci nel ridurre i danni.
Precedenti lavori condotti, hanno dimostrato l’efficacia di questa terapia nei topi: in quelli trattati, si è osservata, infatti, una parziale ricostruzione della guaina mielinica, la riduzione dello stato infiammatorio e una diminuzione dei sintomi.
Questo perché le staminali assolvono a una duplice funzione: da un lato secernono sostanze capaci di proteggere direttamente i tessuti danneggiati; dall’altro sono in grado, in parte, di differenziarsi in cellule che producono nuova mielina che va a sostituirsi a quella danneggiata.
L’infusione
L’infusione è avvenuta attraverso una puntura lombare, staminali neurali di origine fetali sono state immesse nel liquido cerebrospinale del paziente, così da raggiungere cervello e midollo, dove svolgeranno la loro azione.
“Siamo stati pionieri nella ricerca di terapie basate sulle staminali”, dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente Fism. “Nel 2000 – aggiunge – ancora non si investiva in questo campo e noi ci abbiamo creduto finanziando il percorso di ricerca. La scienza ci ha dato ragione”
Alcuni dati sulla sclerosi miltipla
La sclerosi multipla colpisce nel nostro Paese 114mila persone e conta ogni anno 3400 nuove diagnosi. Mentre sono oltre 25mila gli italiani che attendono una cura, ovvero presentano una forma progressiva per la quale non ci sono farmaci efficaci.