Scomparso da ventitré anni” / “Ha abbandonato il suo mondo
Maurizio Alessandrini racconta la storia di suo figlio Fabio, vittima di una setta religiosa che lo ha allontanato dalla famiglia. Fabio venne attratto da una casa di preghiera dove venne manipolato e isolato dagli altri. Il padre nota dei cambiamenti nel figlio ma lui non parla mai della sua esperienza nel gruppo segreto. Fabio trascorre giorni senza mangiare né dormire e viene premiato con una festa che provoca allucinazioni. Il padre esprime il dolore di non aver potuto salvare suo figlio e lancia un monito sul pericolo delle sette religiose che attraggono e distruggono giovani.
Le tristi conseguenze delle sette religiose
Le sette religiose hanno sempre esercitato un potere di attrazione e distruzione, portando alla scomparsa di migliaia di giovani. Maurizio Alessandrini ha vissuto il dolore della perdita di suo figlio Fabio, vittima di una di queste sette.
Nel 2000, Fabio scomparve dopo aver frequentato per alcuni mesi un gruppo esoterico che sembrava dedicarsi alla preghiera. Il giovane, afflitto da una separazione amorosa e dalla malattia della madre, si era fatto coinvolgere da una donna del gruppo che lo aveva manipolato emotivamente.
Il padre di Fabio ha raccontato che il figlio, pur vivendo con la madre, non parlava mai apertamente delle esperienze vissute nel luogo di culto segreto. Questo silenzio era parte delle tecniche manipolative utilizzate dalle sette religiose per mantenere il controllo sugli adepti.
Durante il periodo di addestramento nel gruppo, Fabio ha trascorso cinque giorni e cinque notti senza mangiare né dormire. La fine del digiuno è stata festeggiata con una cerimonia che lo ha portato a vivere allucinazioni, interpretate come un premio per il suo sacrificio. Questo tragico episodio è solo uno degli esempi delle devastanti conseguenze delle sette religiose sulla vita delle persone e delle loro famiglie.
La triste storia di Fabio e la pericolosità delle sette religiose
La storia di Fabio, vittima di una setta religiosa, è solo uno dei tanti casi di giovani attratti e distrutti dalle pratiche di gruppi religiosi estremi. Il papà, Maurizio Alessandrini, racconta come suo figlio sia scomparso dopo aver frequentato un gruppo che apparentemente sembrava di preghiera. La manipolazione mentale e l’isolamento lo hanno portato a distaccarsi totalmente dal suo mondo precedente.
È doloroso per Maurizio ricordare come Fabio non abbia parlato concretamente di cosa accadesse nel gruppo, segretismo che fa parte delle tecniche usate per coinvolgere i membri nelle sette religiose. Il giovane sembrava cambiato ma non rivelava nulla, sentendosi forse parte di un gruppo speciale di eletti. La madre lo vedeva diverso, ma l’assenza di comunicazione rendeva difficile capire cosa stesse realmente vivendo.
Fabio è stato costretto a digiunare per cinque giorni e notti senza mangiare né dormire, in un clima di totale controllo da parte della setta. La festa organizzata alla fine del digiuno, interpretata come un premio per il sacrificio, ha portato il giovane a vivere allucinazioni che sono state percepite come segni divini. La manipolazione psicologica e l’isolamento hanno reso Fabio vulnerabile, portandolo sempre più lontano dalla sua famiglia e dal suo mondo precedente.
La storia di Fabio e di tanti altri giovani vittime di sette religiose mette in luce la pericolosità di queste organizzazioni, capaci di influenzare e distruggere vite innocenti. È importante sensibilizzare sul tema e fornire supporto a chiunque sia coinvolto in situazioni simili, proteggendo così le future generazioni da pericoli invisibili ma reali.
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