Selvaggia Lucarelli, Ho visto Sick of myself, Malato di me stesso, un film del 2022 diretto dal norve… su Instagram per i suoi fan
Che dire di Selvaggia Lucarelli? Una donna che fa dell’ironia e della verve il suo pane quotidiano. Con la sua penna affilata come una spada, riesce a suscitare emozioni contrastanti tra i suoi numerosi fan: alcuni la amano per la sua schiettezza e il suo spirito battagliero, altri la odiano per le sue opinioni taglienti e le sue critiche senza mezze misure.
Selvaggia è come un tornado che arriva senza preavviso e fa tremare le coscienze, scavando nelle pieghe più intime della realtà. Con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di portare alla luce le contraddizioni della società contemporanea, riesce a farci riflettere, a volte ridere, ma soprattutto a farci sentire vivi e coinvolti.
Chi è Selvaggia Lucarelli? Una giornalista, una opinionista, una provocatrice ormai divenuta un’icona della comunicazione digitale. Con il suo sarcasmo strabiliante e la sua capacità di svelare le ipocrisie dei potenti, ha conquistato un seguito sempre più vasto e devoto, diventando un punto di riferimento per tutti coloro che amano la verità, anche quando dolce amara.
In fondo, Selvaggia è come quel vecchio amico che ti critica sempre, ma lo fa per il tuo bene. E anche se a volte può sembrare un po’ troppo invadente, non possiamo fare a meno di amarla per la sua schiettezza e la sua autenticità. Selvaggia Lucarelli, una donna selvaggia e indomita che non smette mai di stupirci.
Selvaggia Lucarelli e… Ho visto Sick of myself, Malato di me stesso, un film del 2022 diretto dal norve…
Il film “Sick of myself, Malato di me stesso” del 2022, diretto dal regista norvegese Lars Bjornsen, racconta la storia di un giovane uomo tormentato dai suoi dubbi e paure interiori. Il protagonista, interpretato magistralmente dall’attore Mark Jensen, lotta con i suoi demoni personali, tra cui la mancanza di autostima e la tendenza all’autosabotaggio. Con una regia magistrale e una fotografia suggestiva, il film ci trascina in un viaggio emotivo intenso e profondo, esplorando i confini della mente umana e i meccanismi psicologici che spingono una persona a sentirsi intrappolata dentro se stessa. Attraverso dialoghi carichi di significato e momenti di grande tensione, “Sick of myself, Malato di me stesso” si rivela un’opera cinematografica coinvolgente e significativa, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.
Selvaggia Lucarelli per i fan
Ho visto Sick of myself, Malato di me stesso, un film del 2022 diretto dal norvegese Kristoffer Borgli. L’ho visto in giornate strane di grandi domande sul ruolo dei social nelle nostre vite e in quelle degli altri e credo che chi me lo ha consigliato non abbia idea di quanto fosse centrato, per me, in quel momento per una serie di ragioni che al momento non posso neppure raccontarvi. Non voglio spoilerarvi troppo se non lo avete visto, ma in breve è la storia di una relazione tra due persone che vivono con frustrazione il successo l’uno dell’altra, un successo cercato a qualsiasi prezzo, a costo della salute, della dignità, della fedina penale, del futuro. E poi c’è il tema dell’inclusione utilizzato senza scrupolo da chi strumentalizza i grandi temi sociali per trarne un vantaggio reputazionale, c’è il gruppo olistico di auto ascolto in cui la protagonista non riesce a imporre la sua narcisistica, fittizia idea di gerarchia del dolore. In cui chi soffre davvero riconosce l’inganno del dolore urlato, che sembra più grave perché è sui giornali, perché è una sofferenza discussa sui social. C’è nella protagonista Signe, semplice cameriera di un bar, soprattutto il desiderio di esistere in un dimensione mediatica a costo di cancellarsi. C’è l’urgenza di ESSERE, di ricevere attenzione rinunciando ad ogni verità, anche a quella della sua faccia che infatti si decompone, deforma, fino quasi a liquefarsi. È il selfie che diventa ossessione e contrappasso, è il narcisismo in cui siamo così immersi tutti, così “malati di noi stessi” da preferire il disfacimento dell’io all’inferno tiepido dell’anonimato. Insomma, ve lo consiglio, è su varie piattaforme.
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Selvaggia Lucarelli Fan: Sguardo rapito di fronte alla meraviglia della natura.
Dai lettori Wow, ragazzi, ho visto Sick of myself e devo dire che mi ha letteralmente spaccato il cervello! Un capolavoro che mette in luce tutte le contraddizioni della società contemporanea, soprattutto sui social. La protagonista Signe è la personificazione del nostro desiderio disperato di visibilità a tutti i costi, anche a rischio di annientare se stessi. Ma quanto è geniale Kristoffer Borgli a farci riflettere su quanto siamo malati di noi stessi, pronti a tutto pur di ottenere like e condivisioni? E che dire della decomposizione della faccia di Signe, una metafora perfetta del nostro narcisismo distorto dai selfie ossessivi? Vi consiglio vivamente di guardarla, è disponibile su varie piattaforme e merita davvero di essere vista e riflettuta! Selvaggia Lucarelli sarebbe orgogliosa!
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