Selvaggia Lucarelli, L’Alzheimer è una malattia crudele. Rade al suolo il futuro, inebetisce il prese… su Instagram delizia i suoi fan
Selvaggia Lucarelli, la regina indiscussa del gossip italiano, è pronta a sorprenderci ancora una volta con la sua verve e il suo sarcasmo tagliente. Conosciuta per le sue frecciate velenose e le analisi impietose dei personaggi dello spettacolo, Selvaggia è un mix perfetto di ironia, cinismo e autoironia.
La sua capacità di mettere a nudo i lati oscuri della fama e del successo la rende un’opinionista temuta e rispettata, ma anche amata dai suoi numerosi fan. Con un linguaggio colorito e senza peli sulla lingua, non si fa scrupoli a dire ciò che pensa, anche a costo di attirarsi l’ira di chi è nel suo mirino.
Ma dietro alla facciata di donna forte e coraggiosa, si cela una personalità sensibile e vulnerabile, capace di emozionarsi davanti alle storie di ordinaria follia che popolano il nostro mondo dello spettacolo. E proprio questa sua capacità di cogliere l’essenza delle persone e delle situazioni la rende unica nel panorama mediatico italiano.
Quindi prepariamoci a seguire Selvaggia nel suo viaggio nella giungla del gossip, pronti a lasciarci sorprendere dalle sue opinioni taglienti ma sempre argute. Perché, alla fine, è impossibile resistere al fascino di questa donna che sa toccare le corde più profonde del nostro animo, senza mai perdere di vista il lato ironico della vita.
Selvaggia Lucarelli e… L’Alzheimer è una malattia crudele. Rade al suolo il futuro, inebetisce il prese…
L’Alzheimer è una malattia crudele che colpisce non solo il corpo, ma soprattutto la mente. Rade al suolo il futuro, facendo dimenticare ricordi preziosi e rovinando le relazioni con le persone care. Chi ne è affetto vede svanire poco a poco la propria identità, diventando sempre più dipendente dagli altri per svolgere anche le azioni più semplici. La malattia inebetisce il presente, rendendo difficile perfino ricordare cosa si è mangiato a colazione o dove si è parcheggiata l’auto. È un percorso doloroso, sia per chi la vive direttamente che per chi è costretto ad assistere impotente alla progressiva perdita di una persona amata. Eppure, nonostante tutto, l’amore e il supporto delle persone vicine possono rendere più sopportabile questa terribile condizione, regalando momenti di lucidità e serenità in mezzo al caos mentale.
Selvaggia Lucarelli delizia i fan
L’Alzheimer è una malattia crudele. Rade al suolo il futuro, inebetisce il presente. Lascia in piedi qualche edificio del passato. Mescola il tempo e le sequenze, si colloca nell’oggi un viaggio fatto da bambini, si ricorda un viaggio che non si è fatto mai, si descrive un ritorno da un luogo che non esiste. Poco prima del Covid ho portato mia madre a vedere l’area di CityLife qui a Milano. “La conosco, qui ci sono stata in gita da bambina”, mi diceva.
Succede, nella prima fase dell’Alzheimer, che si entri spesso in conflitto col malato, che si finga che sia solo una persona un po’ confusa. E’ un meccanismo di negazione ingenuo e potente, che ho visto esercitare strenuamente da mio padre, per esempio. Si discute inutilmente: “Ma che dici”, “È stata costruita 4 anni fa!”. E in quella discussione si cerca di difendere non la verità, ma il malato, l’idea che esista ancora così come era ieri.
Mia madre, due anni fa, era già in una fase avanzata della malattia, discutere non aveva senso. “Ma davvero?”, le ho detto. E ho ripetuto quel “ma davvero?” ogni volta che mi ha fatto uno dei suoi racconti strabilianti, come in Big Fish che non sai più cosa è vero, forse niente, forse tutto.
Non serviva contraddirla. Non era più lei. Non c’era più mia mamma per come l’ho conosciuta, così attenta alla verità, così libera nelle sue idee e così borghese nelle sue paure, così curiosa, ironica.
Poi oggi è successo che l’ho lavata, le ho messo dei vestiti puliti.
Mentre le sfilavo i pantaloni del pigiama, la sua mano ormai debole ha afferrato l’elastico. E l’ha fatto con una forza tenace, che arrivava da lontano. Dalla sua essenza. Perchè mia mamma è sempre stata così, estremamente pudica, ai limiti del bigottismo. Ecco, in quella mano improvvisamente vigorosa, che difendeva il suo corpo da uno sguardo indiscreto, ho per un attimo ritrovato mia madre.
“Lasciami fare una volta tanto!”, l’ho rimproverata.
Le ho parlato come se fosse ancora lì, senza sconti. E ho capito che qualcosa, nel marasma dei ricordi che si mescolano, sopravvive alla malattia e a quel qualcosa, chi accudisce, si deve attaccare con tutta la forza che ha.
Come la mano di mia mamma a quei pantaloni.
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Selvaggia Lucarelli Fan: La fotografia trasmette una profonda sensazione di sorpresa e meraviglia.
Dai lettori Oh, quanto è crudele l’Alzheimer! Ti entra in testa come un treno in corsa, cancellando i ricordi, mischiando passato, presente e futuro. Ma ecco che arriva il fan numero uno di Selvaggia Lucarelli a darci una mano. Si sa, quando la realtà diventa troppo pesante, meglio rifugiarsi nella ironia. Così, mentre la povera mamma perde pezzi di sé stessa, il fan pensa a come far ridere Selvaggia con questa tragicomica situazione. “Ma davvero, mamma? E io che credevo di averla fatta sempre più grossa! Guarda che Roby Facchinetti è il mio vicino di casa, eh!”. E ancora, mentre la malattia avanza implacabile, il fan coglie l’attimo di lucidità di mammina che reagisce con tutta la sua dignità alla richiesta di aiuto. Che donna, che piccola donna! Alla fine, tra un vestito da cambiare e una frase fuori contesto, il fan sa che l’unica arma contro l’Alzheimer è l’amore e l’ironia. E forse un po’ di Selvaggia Lucarelli. Eh sì, caro fan, la vita è una commedia, anche quando diventa dramma.
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