Serial killer delle vecchiette accusato di 14 omicidi: 8 innocenti in carcere per i suoi delitti, rivelano le Iene

Serial killer delle vecchiette accusato di 14 omicidi: 8 innocenti in carcere per i suoi delitti, rivelano le Iene

In Italia si è verificato un grave errore giudiziario che ha portato all’incarcerazione di 8 persone per l’omicidio di 14 anziane, ma in realtà i crimini sono stati commessi tra Bari, Taranto e Foggia tra il 1995 e il 1997 da un unico individuo, Ben Mohamed Ezzedine Sebai, conosciuto come il serial killer delle vecchiette. Le Iene hanno ricostruito la vicenda attraverso un servizio di Antonino Monteleone e Marco Fubini, evidenziando che il serial killer ha fornito dettagli su ogni omicidio che solo l’assassino avrebbe potuto conoscere. Per 4 dei crimini confessati, dei giovani erano stati arrestati a causa di una caratteristica comune: tutti e quattro hanno dichiarato di essere stati picchiati in caserma e costretti a confessare a causa di ciò.

Giuliano Peparini, ha raccontato di essere stato discriminato all’Opera a causa del suo peso e di aver subito abusi da parte degli insegnanti. Un altro caso è quello di Vincenzo Faiuolo, che ha trascorso vent’anni in prigione per l’omicidio di Pasqua Ludovico senza aver mai commesso il crimine: “Mi hanno portato in caserma e hanno iniziato a picchiarmi. Ho subito botte e non mi hanno nemmeno permesso di parlare”. Anche Francesco Orlandi, che ha scontato 13 anni di carcere, è stato accusato ingiustamente secondo la moglie Giovanna: “Hanno rovinato la vita di mio marito. Voglio che la giustizia sia fatta. All’inizio mi ha detto di aver confessato sotto tortura dei carabinieri”. Altri imputati presentano referti medici che certificano le percosse subite. L’avvocato Claudio Defilippi ha dichiarato a Le Iene: “Abbiamo prove che dimostrano l’innocenza di tanti detenuti”.

Gli inquirenti avrebbero voluto trovare rapidamente dei colpevoli per calmare la popolazione locale, ma dopo aver confessato in caserma, tutti i sospettati hanno ritrattato una volta in prigione. Non sono state trovate prove concrete per incriminarli, basandosi solo sulle confessioni. In realtà, il vero assassino era Ben Mohamed Ezzedine Sebai, che durante la sua confessione ha rivelato di aver commesso gli omicidi a causa dell’odio verso sua madre, che lo espose agli abusi sessuali delle amiche di lei nei bagni turchi, causando in lui un profondo odio verso le donne che lo ha spinto a uccidere insieme agli abusi.

“Il suo piacere era nel vedere morire le donne che odiava”, ha spiegato l’avvocato della difesa. La prima confessione è arrivata nel 2006, dopo il suicidio in carcere di Vincenzo Donvito, condannato a 22 anni. Nonostante ci fossero già passati nove anni dalle prime condanne, il testimone non era considerato attendibile solo per i crimini non risolti. Anche i pm erano gli stessi. Dopo numerosi processi, Vincenzo Faiuolo e Francesco Orlandi non hanno ancora ricevuto giustizia. Tuttavia, nella casa di Sebai sono stati trovati gioielli appartenenti a Pasqua Ludovico, insieme a una pistola e una somma di denaro in una busta.

Anche il suicidio del serial killer delle vecchiette è avvolto nel mistero. Sono stati trovati riscontri sui racconti di Ben Mohamed Ezzedine Sebai, ma nessuna traccia di Vincenzo Faiuolo e Francesco Orlandi. Si sospetta che siano rimasti senza assistenza legale per molte ore in caserma. Tuttavia, solo due delle 8 persone incarcerate per i crimini di Sebai, hanno confessato la propria colpevolezza. In una lettera inviata a Studio Aperto, Sebai ribadì la propria responsabilità. Anche la sua morte, avvenuta il 15 dicembre 2012 per impiccagione in cella, è un enigma: l’avvocato Luciano Faraon ritiene che sia stato ucciso sul letto a castello della cella, ma mancano prove concrete per supportare questa tesi. I processi per le persone condannate per gli omicidi confessati da Sebai non sono stati riaperti, lasciando le vittime ingiustamente incarcerate senza giustizia. Vincenzo Faiuolo ha commentato: “La mia vita è stata rubata in carcere. Avrei potuto avere una famiglia a questo punto”.

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