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Sharia in Italia: l’approvazione dei Comuni per la poligamia e il divieto dei divorzi

La Sharia è finalmente arrivata in Italia, in modo silenzioso ma approfondito. La denuncia è stata lanciata da Mario Giordano durante la trasmissione Fuori dal Coro su segnalazione di Anna Cisint, sindaco di Monfalcone, nota per la sua posizione contro l’immigrazione e la diffusione della Sharia e dei dettami islamici in Italia ed in Europa.

Il meccanismo tramite il quale la Sharia si è infiltrata nel nostro paese è stato scoperto da Cisint nei contratti matrimoniali dei cittadini musulmani trasferiti in Italia, stipulati nelle loro terre di origine e poi portati ai comuni dalle ambasciate. Alcune clausole presenti in questi contratti sono in contrasto con la legge italiana, in particolare riguardo ai diritti delle mogli rispetto a quelli dei mariti.

Per risolvere questa problematica, si è optato per una soluzione semplice: modificare le clausole incriminate con del bianchetto e poi approvare il documento con il timbro della Farnesina. Questo ha permesso la legalizzazione di norme islamiche in contrasto con la nostra Costituzione, grazie ad una sentenza della Cassazione del 1999.

Le clausole incriminate includono la possibilità per l’uomo di avere più mogli, nonché la limitazione dei diritti delle donne in merito alla richiesta di divorzio, consentita solo in casi di “impotenza, violenza o tortura”. Questo ha portato a una sottomissione delle donne garantita dalla legge, contrariamente ai principi costituzionali italiani.

In sostanza, la presenza della Sharia in Italia si è diffusa silenziosamente, costringendo alcune famiglie a basare i propri rapporti su accordi discriminatori. Questa infiltrazione è avvenuta tramite i contratti matrimoniali dei cittadini musulmani trasferiti in Italia, accentuando la sottomissione delle donne e minando i diritti garantiti dalla Costituzione.

Questa scoperta ha sollevato importanti questioni riguardo all’approvazione delle norme islamiche da parte dei comuni in tutto il territorio italiano. È evidente che la presenza della Sharia rappresenta una minaccia per i principi di uguaglianza e libertà sanciti dalla nostra Costituzione.

In conclusione, è necessario affrontare con determinazione questa infiltrazione della Sharia in Italia, rispettando i valori fondamentali della nostra società e garantendo diritti e libertà a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza culturale o religiosa.

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Redazione

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