Shock a Regina Coeli: detenuto di 30 anni si impicca in carcere
Ennesimo suicidio in uno dei carceri più sovraffollati d’Italia: il Regina Coeli di Roma. La scorsa notte un detenuto di nazionalità bosniaca di 30 anni si è tolto la vita, impiccandosi alla grata del bagno. “La sua cella era collocata al terzo piano della seconda sezione, la stessa dove morì anche il detenuto italiano di 22 anni lo scorso 24 febbraio – ha commentato Massimo Costantini, segretario della Cisl – lanciando l’allarme – una sezione con 170 detenuti e solo un agente per vigilare quattro piani”.
Solo ieri, un altro episodio era avvenuto nel carcere trasteverino. Intorno alle ore 13,30, un detenuto, utilizzando alcuni fili del parafulmine presenti lungo il muro, si era arrampicato sul tetto dell’istituto penitenziario, fino a salire sul finestrone del terzo piano, raggiungendo gli oltre dieci metri di altezza. L’uomo minacciava di buttarsi, in segno di protesta alla condanna a 10 anni per l’accusa di violenza sessuale. A evitare il peggio, sono stati i vigili del fuoco e il personale del Regina Coeli, prontamente intervenuti, mentre il detenuto chiedeva di parlare con la direttrice dell’istituto.
I dati raccolti da Amnesty International e altre associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani, testimoniano un quadro tremendo. Statistiche e numeri che fanno comprendere lo stato di sovraffollamento delle carceri e l’esiguo quantitativo del personale rispetto alle esigenze reali, su cui governo e ministro della giustizia dovrebbero riflettere e intervenire tempestivamente. Ammontano, infatti, a 43 i suicidi nell’anno 2015 con un numero di decessi totale pari a 123 nelle carceri italiane, un dato in discesa nel 2016 che ha registrato 39 suicidi e 120 morti. Nei primi mesi del 2017, sono dieci i casi di suicidio e 19 i morti, sempre su scala nazionale. Solo nel Lazio tre casi, a Cassino il 7 gennaio a causa di malattia, a Regina Coeli il 24 febbraio un suicidio e a Velletri, il 7 gennaio un suicidio.
“Le carceri sono sovraffollate, il personale, invece, risulta sottodimensionato rispetto alle esigenzi reali – hanno concluso dalla Cisl – Attualmente mancano nel Lazio negli Istituti Penitenziari A.P. 465 unità, 4.052 previsti rispetto agli attuali 3.587″.