Socio fake contro il maschilismo, l’idea delle fondatrici di Witchsy

Socio fake contro il maschilismo, l’idea delle fondatrici di Witchsy

Due ragazze americane hanno creato un sito e-commerce e, per affrontare i pregiudizi della società moderna, hanno aggiunto ai fondatori un socio maschio del tutto inventato. Il maschilismo dilagante, soprattutto nell’ambito hi-tech, ha portato le due socie alla strana decisione. Il preconcetto per cui le donne sarebbero un corpo estraneo al mondo della tecnologia crea serie difficoltà a chi, di sesso femminile, voglia approcciarsi a questo ambiente ostile.

È per questo motivo che le due fondatrici di “Witchsy” (Kate Dwyer e Penelope Gazin) hanno inventato Keith Mann, co-founder fittizio, che potesse gestire la corrispondenza via mail con i collaboratori esterni, onde evitare il ripetersi di incidenti e accelerare il lavoro.

“È stato come passare dal giorno alla notte”, ha spiegato Kate Dwyer. “A me servivano giorni per ottenere una risposta, a Keith bastava pochissimo. Non solo: gli chiedevano pure se aveva bisogno di qualcos’altro”. Nelle mail di risposta ricevevano complimenti, c’era chi chiedeva loro di uscire e le salutavano con un poco consono “ciao ragazze”.

L’inizio

Tutto cominciò un anno fa, quando Kate e Penelope, decidono di creare un sito di e-commerce dove gli utenti possono acquistare le creazioni di artigiani e artisti. Il modello è Etsy, ma qui il catalogo è decisamente diverso. Witchsy è, infatti, un sito destinato al pubblico femminile, dove si trovano spille che inneggiano al potere delle donne, t-shirts, borse e molto altro.

Il vero problema, però, si sarebbe presentato poco dopo. “Presto uno sviluppatore assunto per aiutarci a costruire il portale se n’è andato perché Penelope ha declinato il suo invito a uscire. Poi ci siamo rese conto che le risposte di programmatori o grafici esterni alle mail inviate a nome nostro erano lente ad arrivare, brevi e spesso avevano un tono accondiscendente che conteneva espressioni come ‘hey ragazze'”. È allora che entra in scena Keith Mann, il co-founder che inizia a occuparsi della corrispondenza al loro posto. Le cose, effettivamente, cambiano. Quando dall’altra parte della tastiera c’è lui, l’interesse percepito dall’interlocutore per il loro progetto cresce.

Certo, ora che tutti sanno che non esiste, bisognerà necessariamente licenziarlo. Le ragazze, però, non escludono per lui un ruolo futuro all’interno dell’azienda. “Siamo rimaste stupite dall’atteggiamento delle persone, ma alla fine ci siamo dette che anche questo fa parte del mondo in cui viviamo. Purtroppo”.

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