Solo 1 giovane su 4 si sottopone a visita andrologica: scarsa prevenzione in campo maschile.
Il 73,4% dei giovani non ha mai effettuato una visita andrologica, con solo il 5% che si sottopone a controlli prima dei 20 anni. La mancanza di monitoraggio sulla salute riproduttiva è stata evidenziata durante la prima Giornata Nazionale per la Salute dell’Uomo al Ministero della Salute. La prevenzione andrologica è fondamentale, con controlli consigliati già in età infantile per individuare precocemente patologie. È importante radicare una cultura della salute maschile e parlare apertamente degli stili di vita che influenzano la salute sessuale. Le strutture sanitarie devono essere pronte a rispondere alla crescente domanda di informazioni sulla fertilità.
Importanza della prevenzione andrologica per la salute riproduttiva maschile
Il 73,4% dei giovani non ha mai effettuato una visita andrologica. Solo il 5% dei ragazzi vi si sottopone prima dei 20 anni, mentre tra i 16 e i 18 anni circa il 30-40% manifesta una patologia andrologica. Questi dati evidenziano una mancanza di monitoraggio sulla salute riproduttiva maschile, sottolineata durante la prima Giornata Nazionale per la Salute dell’Uomo, presentata presso il Ministero della Salute.
L’importanza della prevenzione andrologica e della salute riproduttiva è sottolineata da Andrea Lenzi, rappresentante dell’Health City Institute e professore emerito di Endocrinologia alla Sapienza Università di Roma. Lenzi sottolinea l’importanza di iniziare i controlli già in età infantile, monitorando la presenza dei testicoli e identificando eventuali anomalie come il criptorchidismo o la fimosi durante il primo anno di vita.
I controlli dovrebbero proseguire anche in età prepuberale, individuando patologie come il varicocele intorno ai 12 anni. Verso i 20 anni, è consigliato eseguire un primo spermiogramma per valutare la qualità e quantità degli spermatozoi. Linda Vignozzi della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità sottolinea l’importanza di radicare una cultura della salute maschile, evidenziando la disparità nel monitoraggio della salute sessuale maschile rispetto a quella femminile.
Andrea Tubaro, professore di Urologia alla Sapienza, sottolinea l’importanza degli stili di vita per la salute riproduttiva e parla della necessità di coinvolgere i giovani in una conversazione sulla salute sessuale e la prevenzione. Infine, Andrea Frasoldati dell’Associazione Medici Endocrinologi evidenzia la sfida delle strutture sanitarie nel rispondere alla crescente domanda di informazioni sulla fertilità da parte dei giovani, sottolineando la necessità di migliorare le competenze degli endocrinologi per affrontare queste richieste.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Novembre 2024, 14:58
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La mancanza di monitoraggio sulla salute riproduttiva maschile tra i giovani
Il 73,4% dei giovani non ha mai effettuato una visita andrologica. Solo il 5% dei ragazzi vi si sottopone prima dei 20 anni, mentre tra i 16 e i 18 anni circa il 30-40% manifesta una patologia andrologica. Questi dati evidenziano una mancanza di monitoraggio sulla salute riproduttiva maschile, sottolineata durante la prima Giornata Nazionale per la Salute dell’Uomo, presentata presso il Ministero della Salute.
Secondo Andrea Lenzi, rappresentante dell’Health City Institute e professore emerito di Endocrinologia alla Sapienza Università di Roma, «la prevenzione andrologica e il controllo delle malattie croniche non trasmissibili sono fondamentali». Lenzi, intervistato dall’Ansa, ha ribadito l’importanza di iniziare i controlli già in età infantile. Durante il primo anno di vita, infatti, è essenziale che il pediatra monitori la presenza dei testicoli e identifichi eventuali anomalie come il criptorchidismo o altre patologie, come la fimosi.
I controlli devono proseguire anche in età prepuberale: «Intorno ai 12 anni è utile effettuare un monitoraggio per individuare precocemente patologie come il varicocele, dovuto all’aumento delle dimensioni testicolari», afferma Lenzi. Successivamente, verso i 20 anni, è consigliato eseguire un primo spermiogramma per valutare la qualità e quantità degli spermatozoi, e per comprendere come questi valori cambiano fisiologicamente con l’età.
Linda Vignozzi, rappresentante della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, sottolinea un’importante disparità: «Le madri portano le figlie dal ginecologo, ma non i figli dall’andrologo, un appuntamento che dovrebbe diventare consuetudine». Afferma che è cruciale radicare una cultura della salute maschile, poiché intervenire quando le patologie si manifestano è già troppo tardi.
Secondo Andrea Tubaro, professore di Urologia alla Sapienza, gli stili di vita rappresentano un aspetto cruciale della salute riproduttiva. «È fondamentale parlare con i giovani di salute sessuale e prevenzione», afferma Tubaro, spiegando come il consumo di alcol e sostanze psicotrope influenzi la salute riproduttiva.
Andrea Frasoldati, membro dell’Associazione Medici Endocrinologi, sostiene che i giovani di oggi mostrano una maggiore disponibilità a discutere di fertilità, ma che le strutture sanitarie non sono ancora pronte a rispondere a questa domanda crescente. Frasoldati afferma che è necessario migliorare le competenze degli endocrinologi per accogliere e affrontare queste richieste.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Novembre 2024, 14:58
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