Staccata la spina ad Alfie: ma il piccolo respira da solo

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Spina staccata per Alfie, ieri sera intorno alle 21.30 il personale dell’Alder Hey Children’s Hospital ha spento i macchinari che tenevano in vita il piccolo.

Alfie Evans, bambino di 23 mesi affetto da una condizione neurologica degenerativa, è stato al centro delle polemiche ma soprattutto delle lotte sfrenate dei suoi genitori, Tom e Kate.

La procedura avrebbe dovuto essere eseguita ieri pomeriggio ma era stata sospesa, il bimbo dopo ieri sera ha dunque iniziato a respirare autonomamente, andando in contro agli ultimi momenti della sua vita.

L’ ordine esecutivo è Anthony Hayden, il giudice d’appello della Corte d’appello britannica, che dopo l’ennesimo controllo e un consulto con gli altri giudici, ha ritenuto inumano tenere in vita il piccolo.

Spina staccata per Alfie: l’Italia ha cercato di intervenire fino all’ultimo

A nulla è valso l’intervento di Angelino Alfano e Marco Minniti, rispettivamente ministro degli Esteri e ministro dell’Interno italiani. I due si erano prodigati per concedere la cittadinanza italiana al piccolo, in modo tale «che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia», nello specifico nell’ospedale Bambino Gesù dove sarebbe stato accolto e tenuto in vita con cure palliative.

«Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento» ha detto Papa Francesco via twitter, solidale ai genitori del piccolo.

Spina staccata per Alfie: i tribunali inglesi sono stati irremovibili

I giudici del Tribunale europeo per i diritti dell’uomo insieme ai tribunali britannici di ogni ordine sono stati irremovibili nello schierarsi dalla parte dei medici dell’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool. Secondo il loro parere, persistere nelle cure “sarebbe scorretto, ingiusto ed inumano.

Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù, è accorsa all’ospedale di Liverpool, per palesare la disponibilità ad accogliere il bimbo in Italia: “Ho parlato con i genitori, ho portato loro la vicinanza di Papa Francesco, ma anche dei tanti genitori che si trovano nella loro situazione. I genitori non si rassegnano, stanno facendo di tutto per rallentare l’inizio della procedura ma non si può più far nulla» ha detto la donna all’Ansa.

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