Starbucks risponde a Trump, assumerà diecimila rifugiati in 5 anni
Starbucks contro Donald Trump. Il colosso statunitense delle caffetterie risponde per le rime al “Muslim ban” voluto da Donald Trump, il divieto di accesso negli Stati Uniti alle persone provenienti da Iran, Iraq, Siria, Libia, Sudan, Yemen e Somalia. Starbucks ha infatti annunciato che assumerà diecimila rifugiati nel giro di cinque anni.
L’iniziativa è stata resa nota dal Ceo e fondatore della famosa catena, Howard Schultz, tramite una lettera ai dipendenti: “Vi scrivo oggi con grande preoccupazione, il cuore pesante e una ferma promessa. Non rimarremo a guardare, non rimarremo in silenzio mentre l’incertezza sulle iniziative della nuova amministrazione cresce ogni giorno che passa. Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni Unite e noi stiamo definendo piani per assumerne 10.000 nei prossimi cinque anni, nei 75 paesi del mondo dove è presente Starbucks. Inizieremo qui, negli Stati Uniti, concentrandoci inizialmente su questi individui che hanno servito le truppe Usa come interpreti e personale di supporto nei diversi paesi dove il nostro esercito ha chiesto sostegno”.
Il riferimento dell’ultima frase è rivolto a sabato scorso, quando, tra i musulmani fermati all’aeroporto di New York, c’erano anche alcuni iracheni che avevano fatto da interpreti ai militari americani.
Infine, Schultz chiosa anche sulla questione del muro col Messico, dove Starbucks vanta 600 caffetterie con 7.000 dipendenti: “Bisogna costruire ponti, non muri con il Messico”.