Strage Brescia, condanna definitiva all’ergastolo per Maggi e Tramonte

Strage Brescia, condanna definitiva all’ergastolo per Maggi e Tramonte

La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Ritenuti colpevoli della strage di piazza della Loggia. Una strage che trova giustizia 43 anni dopo con una sentenza definitiva.

Sentenza storica

Alla lettura della sentenza ci sono tutte le parti civili e i loro legali. Alfredo Bazoli ha la voce che gli trema: «È una sentenza storica, lo so siamo tutti colpiti, è la fine di un percorso infinito. Ci sono i colpevoli definitivi. È un verdetto importante per noi e per la storia italian”. Arnaldo Trebeschi emozionatissimo: «Ho vissuto con trepidazione questo momento e forse ora e finalmente necessario sentirsi in pace».

Nove ore di camera di consiglio

La Corte ha discusso per oltre nove ore. In punta di diritto, una sentenza di tre anni fa annullò con rinvio a un nuovo appello l’assoluzione a carico di Carlo Maria Maggi – leader di Ordine Nuovo nel Triveneto e ritenuto il regista e l’organizzatore della strage – e Maurizio Tramonte – ex fonte Tritone del Sid.

Ma senza dimenticare «l’incredibile mole di indizi» (in una valutazione di insieme e non parcellizzata) a carico degli imputati secondo i giudici milanesi che proprio a seguito dell’annullamento con rinvio disposero l’ergastolo per concorso nella strage di piazza Loggia.

Al termine della sua requisitoria, di oltre due ore, il pg ha chiesto la conferma delle condanne all’ergastolo inflitte il 22 luglio 2015 dalla corte d’assise d’appello di Milano a carico dei due imputati.

Una vicenda giudiziaria complessa

 

Il processo nasce da un filone di indagine che aveva portato in primo grado, nel 2010, la corte d’Assise di Brescia ad assolvere tutti e cinque gli imputati: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti. La sentenza era stata confermata in appello nel 2012. La Cassazione, però, nel 2014, aveva ordinato un nuovo processo per Maggi e Tramonte, accogliendo il ricorso della procura generale di Brescia, mentre Delfo Zorzi, che vive in Giappone e ha cambiato nome, era stato assolto in via definitiva.

A carico di Maggi, in particolare, la Suprema Corte aveva evidenziato “moltissimi indizi che paiono essere convergenti verso un suo ruolo determinante nell’organizzazione” dell’attentato e i giudici milanesi, in appello-bis, avevano affermato che si era trattato di una strage “sicuramente riconducibile” alla destra eversiva. Al termine dell’appello bis erano arrivate le due condanne alla massima pena.

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