Strage a Mosul, morti circa cento civili: Usa ammettono responsabilità

Strage a Mosul, morti circa cento civili: Usa ammettono responsabilità

Strage di civili iracheni addebitata agli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Denunciata in queste ore l’uccisione di centinaia di civili a Mosul nella notte fra venerdì e sabato nel corso dei raid aerei contro l’Isis: il Pentagono ha ammesso che la coalizione internazionale a guida Usa ha bombardato una zona dove ci sono stati morti tra la popolazione. Si parla di più di 200 persone.

Il Comando Usa con un comunicato ha fatto sapere di considerare seriamente le accuse e di aver aperto un’inchiesta “per determinare l’accaduto e la consistenza della notizia di decine di vittime civili” nel raid aereo.

La situazione a Mosul

A Mosul le truppe irachene, con l’ausilio delle forze Usa, combattono da settimane casa per casa per strappare la città dalle mani dei jihadisti dell’Isis, che proprio a Mosul nel 2014 proclamarono la nascita del cosiddetto Stato Islamico. Per il momento è stata sospesa l’offensiva per la cattura di Mosul Ovest proprio a causa dell’alto numero di perdite civili.

La dinamica dell’accaduto non è chiara: secondo alcune fonti le bombe avrebbero colpito un camion carico di esplosivo che poi avrebbe provocato il crollo del palazzo. Altre sostengono che l’obiettivo del raid era l’edificio stesso, dove ci sarebbe stata una postazione dell’Isis.

Il governatore provinciale Nawfal Hammadi ha accusato la coalizione a guida Usa di avere condotto raid sul quartiere di al-Jadida uccidendo “più di 130 civili”. Lo stesso governatore Hammadi in una dichiarazione all’Agence France Presse ha attribuito parte della responsabilità ai jihadisti dell’Isis: “Cercano di bloccare con tutti i mezzi l’avanzata dell’esercito iracheno su Mosul, rastrellano i civili e li usano come scudi umani”.

Due testimoni locali scampati alla strage, sempre all’Afp hanno descritto la distruzione di un immobile con 170 abitanti. L’Onu ha espresso “profonda inquietudine” e la coordinatrice umanitaria per l’Iraq, Lise Grande, si è detta “sconvolta da queste terribili perdite umane”.

A più di un mese dal lancio dell’attacco a Mosul ovest, oltre duecentomila abitanti sono fuggiti dalla zona dei combattimenti, ma ancora seicentomila abitano nei quartieri della città sotto il controllo dell’Isis.

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