Strangolata e bruciata alla Magliana: pm chiede l’ergastolo per l’ex

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Ergastolo: questa la richiesta di condanna del pubblico ministero per Vincenzo Paduano, l’uomo che strangolò fino ad ucciderla per poi bruciarla la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, la notte del 29 maggio dello scorso anno, alla Magliana. L’imputato è accusato anche di vilipendio di cadavere, di quel corpo bruciato e gettato dietro la cunetta di uno spartitraffico, in mezzo ai rifiuti ed alle sterpaglie della Valle Galeria di Roma.

Sara, studentessa ventiduenne, era stata uccisa alla periferia sud della Capitale all’alba dello scorso 29 maggio, mentre rientrava a casa dopo una serata trascorsa con gli amici. Il vigilante aveva  confessato di essere stato lui a dare fuoco alla sua ex fidanzata sul ciglio della strada, in via della Magliana, dopo averla pedinata e speronata con la macchina. Paduano non aveva accettato la decisione della giovane di aver messo fine alla loro relazione.

La ricostruzione

Per sette giorni Paduano si era nascosto e aveva pedinato Sara. Gli investigatori hanno ricavato questo dato dal Gps, il navigatore installato nell’auto del 28enne che era già servito per inchiodare il ragazzo il giorno del delitto. Il Gps in sostanza aveva in memoria i percorsi compiuti da Paduano una settimana prima dell’omicidio. In giorni diversi, Vincenzo sarebbe andato sotto casa di Sara, poi sotto quella del nuovo fidanzato della studentessa, da un’amica dell’ex e ancora fuori dalla palestra e dall’Università frequentata dalla ragazza.  “Ti rovino la vita a te e a lui, tu devi soffrire come stai facendo soffrire me”, le diceva il 21 maggio. Altro elemento chiave:  il tentativo di incendiare l’auto del nuovo fidanzato con una molotov, alle 5 del mattino del 28 maggio, solo 24 ore prima dell’assassinio. E infine la stessa dinamica del delitto. Lui che esce dal suo posto di lavoro, lascia volutamente sulla sua scrivania il cellulare, individua Sara sotto casa del nuovo fidanzato, poi anticipa con la sua auto la strada che l’ex compie per rientrare a casa. In un tratto di via della Magliana, una strada periferica buia ed isolata, si apposta con la sua macchina. A quel punto, Vincenzo sperona la vettura di Sara, la fa scendere dalla macchina, una breve discussione, poi la strangola  e infine cerca di disfarsi del cadavere dandole fuoco con una tanica di benzina acquistata precedentemente.

La richiesta del pm: fine pena mai

Ora sarà il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma a decidere, al termine del rito abbreviato, se accogliere la richiesta del pm, che ha contestato al 28enne di aver premeditato l’omicidio, agendo con crudeltà e per futili motivi. Nella scorsa udienza gli inquirenti hanno depositato gli ultimi accertamenti fatti sui messaggi che Paduano aveva mandato alla giovane qualche giorno prima dell’omicidio.  “Perché vuoi uccidermi?”, scriveva Sara su Messenger. lui aveva risposto: “Servirebbe a qualcosa?”. In un post su Facebook, l’assassino alle 2 e 27 del 29 maggio, due ore prima dell’omicidio scriveva: “Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale”. La sentenza arriverà nella prossima udienza, fissata per il 5 maggio.

 

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