Studio della Sapienza sui effetti della levodopa sulla rigidità muscolare nei pazienti con Parkinson

Studio della Sapienza sui effetti della levodopa sulla rigidità muscolare nei pazienti con Parkinson

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La malattia di Parkinson colpisce numerosi individui in Italia, con sintomi come rigidità muscolare e bradicinesia. La levodopa è il trattamento più efficace per la malattia, ma gli effetti sulla rigidità muscolare sono poco compresi. Uno studio condotto dalla Sapienza ha identificato il ruolo del riflesso LLR nella rigidità muscolare e il suo miglioramento con la levodopa. Nuovi circuiti nervosi potrebbero essere coinvolti, aprendo la strada a terapie più efficaci. La ricerca in corso sulla riduzione della rigidità muscolare potrebbe portare a terapie avanzate e migliorare la qualità della vita dei pazienti con Parkinson.

Studio sulla rigidità muscolare nella malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson è una patologia neurologica che colpisce circa 300.000 persone in Italia, caratterizzata da sintomi come la rigidità muscolare, la bradicinesia e il tremore. Tuttavia, la rigidità muscolare rimane ancora poco compresa.

La levodopa è il farmaco più efficace per il trattamento dei sintomi motori della malattia di Parkinson, sebbene gli studi sull’effetto di questo farmaco sulla rigidità muscolare siano limitati. Un recente studio coordinato dalla Sapienza ha cercato di analizzare i meccanismi alla base di questo sintomo, offrendo nuovi spunti per il trattamento della malattia.

Utilizzando un approccio innovativo che combina strumentazioni robotiche e misure neurofisiologiche, i ricercatori hanno individuato un riflesso specifico chiamato long-latency stretch reflex (LLR) come responsabile della rigidità muscolare, il quale risulta alterato nei pazienti con Parkinson. La levodopa è stata in grado di ridurre significativamente questa anomalia, ripristinando un pattern di attivazione muscolare fisiologico.

Basandosi su tali risultati, i ricercatori ipotizzano l’esistenza di un nuovo circuito nervoso coinvolto nella rigidità muscolare, sensibile alla dopamina e potenziale bersaglio per terapie innovative che migliorino ulteriormente la qualità di vita dei pazienti con Parkinson.

Studio sulla rigidità muscolare nella malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson è una patologia neurologica che colpisce circa 300.000 persone in Italia, caratterizzata da sintomi come la rigidità muscolare, la bradicinesia e il tremore. Tuttavia, la rigidità muscolare è ancora poco compresa e studiata.

La levodopa è il farmaco più efficace per gestire i sintomi motori della malattia di Parkinson, ma gli effetti sulla rigidità muscolare sono ancora poco chiari. Un recente studio condotto dalla Sapienza ha indagato i meccanismi alla base di questo sintomo, offrendo nuove prospettive per il trattamento della patologia.

Utilizzando un approccio combinato di strumentazioni robotiche e misure neurofisiologiche non invasive, i ricercatori hanno identificato un riflesso specifico, chiamato long-latency stretch reflex, che risulta alterato nei pazienti con Parkinson. La levodopa è stata in grado di ridurre significativamente questa anomalia, suggerendo l’ipotesi di un nuovo circuito nervoso coinvolto nella rigidità muscolare.

Questi risultati rappresentano una base scientifica importante per lo sviluppo di terapie avanzate e innovative che potrebbero migliorare ulteriormente la qualità della vita dei pazienti con Parkinson, aprendo così nuove opportunità nel campo della neurologia e della terapia della malattia di Parkinson.

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